Il consigliere comunale di Terni Civica Michele Rossi annuncia la presentazione di un atto in Consiglio affinché siano finalmente resi fruibili i reperti archeologici rinvenuti vent’anni sotto piazza San Giovanni Decollato.
“Qualcuno ricorderà la scoperta di piazza San Giovanni decollato nel settembre del 2000. Allora come responsabile giovani di un partito, ricorda Rossi, fui il primo a denunciare il rinvenimento e a sollecitare l’intervento della Soprintendenza.
Come da cronaca giornalistica che conservo, la scoperta fu accolta con grande entusiasmo tra gli archeologi e dalla stessa Soprintendente di allora, la dottoressa Laura Bonomi, che la definì molto interessante datando i reperti al I secolo a. C.
Probabilmente un edificio pubblico romano andato distrutto per costruire la Chiesa di San Giovanni decollato distrutta poi anche essa nel 1931 per costruire il palazzo delle poste.
La scoperta portò la stessa Soprintendenza prima a bloccare i lavori dell’autorimessa e poi a decidere di acquistare la parte interessata (il secondo piano del parcheggio interrato) per poter far nascere uffici e una zona aperta al pubblico come museo. L’occasione rappresentava poi la possibilità di creare quel distaccamento dell’organo periferico in grado così di gestire da vicino i rinvenimenti ternani. Quel distaccamento da me proposto con un recente atto e ottenuto solo da questa amministrazione.
Nel capitolo di Francesco Giorgi pubblicato nel volume “Terni – Interamna Nahars nascita e sviluppo di una città alla luce delle più recenti ricerche archeologiche” viene così descritto il rinvenimento:
“Durante i lavori di scavo per la realizzazione di autorimesse interrate fu riportata alla luce, ad una profondità di metri 6 circa dal piano stradale, una struttura che presenta come paramento esterno grossi conci di pietra sponga disposti a semicerchio e come nucleo un conglomerato che costituisce la preparazione per un pavimento in cocciopesto. Complessivamente la struttura presenta un diametro di oltre 16 m di lunghezza ed è conservata a livello di fondazione. Lo scavo ha restituito anche materiale ceramico e intonaco dipinto di epoca romana oltre ad un ante fissa e un bollo laterizio. In base ai dati emersi dall’indagine archeologica si può supporre che la struttura semicircolare costituisce l’abside di un edificio pubblico del foro. Non è consentito una identificazione e una data azione certa. L’ipotesi che l’edificio possa essere identificato con la basilica, sia per la forma absidata sia per le imponenti dimensioni, resta per ora molto seducente.”
Si tratta di un tassello che puo’ aiutare a ridisegnare l’impianto urbanistico della Terni antica. Proprio in quegli anni, con la realizzazione dei parcheggi interrati, furono tanti i ritrovamenti: da quelli dell’area ex Alterocca (si tratta di testimonianze ancora più antiche, preistoriche), all’anfiteatro romano, alle antiche mura di viale della Rinascita fino al mosaico di palazzo Gazzoli. Testimonianze che si sommano al reticolato stradale della Terni romana ancora ben visibile all’interno di abitazioni e negozi del centro.
Dal loro rinvenimento sui reperti di San Giovanni decollato, sulla loro fruizione solo l’oblio. In pratica ben 20 anni passati senza dar corso a nessun progetto di valorizzazione e fruibilità. Le fondamenta di quell’antico edificio sono ancora lì a testimonianza delle potenzialità della Terni sepolta. Occorre non smettere mai di riallacciare i fili della storia di questa nostra città. Così facendo scopriamo che troppi anni di disinteresse, mascherati dalle falsità di vivere in una città senza passato, non hanno, loro si, alcun fondamento.
Il difficile compito di questa amministrazione è continuare a recuperare il tempo perso anche su questi temi ed impegni. Occorre concretizzare il lavoro interlocutorio già svolto con la Soprintendenza dell’Umbria, conclude Michele Rossi, per rendere finalmente fruibili i dimenticati tesori sotto piazza San Giovanni Decollato. Presenterò apposito atto in Consiglio.”