Ha versato circa 4.000 euro per l’acquisto di criptovalute su piattaforme di trading online, ma di fatto il suo portafoglio virtuale (il cosiddetto wallet) registrava un saldo pari a zero.
Grazie all’intervento della guardia di finanza di Terni è però riuscita a rientrare in possesso della metà della somma.
Il comando provinciale delle fiamme gialle ha infatti condotto, nell’ultimo periodo, mirate attività ispettive finalizzate sia ad intercettare movimentazioni di ricchezza sottratta agli obblighi di monitoraggio fiscale, sia per contrastare il fenomeno delle truffe informatiche nei pagamenti di denaro, anche via web, con uno sguardo attento alla diffusione nel tessuto economico delle criptovalute (tipo bitcoin).
E così anche nel contesto delle truffe perpetrate telefonicamente e via internet nei confronti di ignari investitori, è stato individuato il caso della cittadina ternana la quale, a seguito di ricerche sul web, attratta dai rendimenti elevati pubblicizzati – riferiscono gli investigatori – aveva versato i 4.000 euro.
Dagli accertamenti è emerso che i fondi accantonati erano stati prelevati e immediatamente veicolati su un portafoglio criptato e codificato, che ne impediva l’identificazione ed il conseguente tracciamento.
Grazie all’intervento delle fiamme gialle è comunque riuscita a rientrare in possesso di circa 2 mila euro.
Invece in capo ad un contribuente dell’orvietano è stata ricondotta la detenzione di moneta elettronica in “portafogli virtuali” all’estero, per un importo di 15.000 euro sottratta all’obbligo di dichiarazione nell’apposito quadro del modello reddituale, con relativa applicazione delle sanzioni amministrative.