“L’uomo di Terni” è l’ultima fatica letteraria di Fiorella Soldà. Una fatica anche in senso fisico perché di questa pubblicazione si erano perse le tracce e l’autrice si è dovuta recare alla Biblioteca Nazionale di Firenze per trovare del materiale. Si tratta di un giornale quindicinale pubblicato per 5 anni, dal 1945 al 1949.
L’artefice di questo giornale ‘umoristico e satirico’ è Curio Ribeca, un barbiere nato nel 1907 inventore anche di una lozione per capelli, il Tricurio, di cui fecero uso anche personaggi famosi come Renato Rascel, Aldo Fabrizi, l’attore Fosco Giachetti, l’attrice Gloria Grey.
C’era un’originale insegna, per quei tempi, che campeggiava sul Salone Tricurio in corso Tacito, di fronte al caffè Pazzaglia.
“Era un cerchio sul quale gocciava un liquido – spiega Fiorella Soldà – una goccia azzurra, poi una gialla, poi una rossa e appena la goccia toccava questo cerchio, che simbolizzava un cranio calvo, usciva un capello”.
Il locale della barberia era proprio dirimpetto a Pazzaglia, “ma non Pazzaglia come lo conosciamo noi adesso. Era un caffè dal sapore mitteleuropeo, frequentato da tante persone e da chi si spostava per esempio da Roma verso Spoleto e viceversa, dal momento che la Flaminia all’epoca passava da via Roma corso Vittorio Emanuele. Passavano e si fermavano a degustare qualcosa alla pasticceria Pazzaglia perché la nomea di Spartaco Pazzaglia era abbastanza diffusa.”
Ma in piazza Europa c’era un altro bar.
“Un caffè che chiamavano ‘il piccolo Aragno’ – prosegue Fiorella – richiamando il grande Caffè Aragno di Roma che era frequentato da tanti intellettuali, politici, che si riunivano nella terza saletta e in questa stessa saletta era facile incontrare il pittore Americo Bartoli che era nato a Terni, ma si era stabilito nella Capitale. Continuava però a frequentare la sua città natia” anche se non aveva una grande opinione ricordandola una cittadina triste e umida. Bartoli collaborava con ‘il Travaso delle idee’ – un famoso giornale satirico a tiratura nazionale – e avendo capito le qualità che aveva questo barbiere così insolito, propose anche a Curio Ribeca di collaborarci. Accettò e la rubrica di sua competenza riportava quello che poi diventerà la testata de “L’uomo di Terni”. Gli amici scrivevano spesso in vernacolo, ma Ribeca no, lui scriveva in perfetto italiano. Il loro impegno era di non occuparsi dei problemi gravi perché quelli dovevano essere risolti in altra sede.
“Loro volevano offrire pensieri che facessero sorridere e sorrisi da cui ricavare pensieri e il motto era sopra la mischia dobbiamo stare. Poi c’erano sempre tante vignette umoristiche e caricature di personaggi dell’epoca.”
Curio Ribeca, dunque, era un barbiere, un inventore, un intellettuale, un giornalista di cui, purtroppo, si è perduta la memoria.
“Era così piacevole nella sua scrittura, profondo, con un suo umorismo, una sua satira, ma sempre molto delicato. Nella nostra città, afferma Fiorella Soldà, ci sono stati e ci sono persone che si sono dedicate alla cultura ci sono stati intellettuali, artisti, pittori, scultori, però Terni ha corta memoria. Lo sguardo, il ricordo, la considerazione che il ternano tipo ha per gli intellettuali, per gli artisti e via dicendo è molto molto limitato. Può darsi pure che lì per lì ci sia un piccolo entusiasmo, ma poi tutto viene avvolto nel buio e nel disinteresse.”
Dalla pubblicazione di Fiorella Soldà emerge anche una Terni assolutamente inedita, addirittura sorprendente. Negli ultimi 20 anni del XIX secolo si pubblicavano 27 periodici. Nel corso del 1930 a Terni furono effettuate 500 manifestazioni culturali, 300 bandistiche, 95 filodrammatiche, 300 sportive, 50 cinematografiche. Si contano sette fra teatri e cinematografi. Impensabile oggi tutto ciò.