“Tra le stupide righe”, Argento Vivo Edizioni, è il primo romanzo di Alex Coman nato in Romania, ma a Terni dall’età di tredici anni e da sempre appassionato di scrittura. L’opera si articola in 6 capitoli ognuno preceduto da un prologo, una breve riflessione scritta dal protagonista Pit, uno spacciatore di Terni che da quando aveva 15 anni scrive diari. Pagine in cui sfoga rabbia e frustrazione e “parla” con il padre scomparso dall’ospedale mentre era in coma. La narrazione è vivace, ironica, scorrevole, ricca di eventi inspiegabili con una componente mistica. Alex Coman ha uno stile capace di mantenere vivo l’interesse del lettore fino alla fine, anzi di sorprenderlo a più riprese. È una storia che ‘prende’ sempre più man mano che si va avanti nella lettura.
Che genere è? Non è definibile neanche dallo stesso autore.
“Penso che sia semplice narrativa e basta. C’è anche una componente mistica, che non voglio rivelare per non spoilerare, però non so se questa basta per dare al romanzo del fantasy, mystery o altro genere. Narrativa va benissimo, penso che basti romanzo di narrativa.”