di Chiara Furiani
Nonostante una partenza davvero sfortunata, il Festival dei Due Mondi di Spoleto è ormai entrato nel vivo e ci ha già riservato più di una piacevole sorpresa.
Non si era mai vista la serata inaugurale annullata per maltempo, ma il pazzo meteo degli ultimi tempi ha funestato anche la solenne apertura in Piazza Duomo con una pioggia battente, e non c’è stato nulla da fare.
Dopo un’oretta d’attesa nella speranza che la situazione migliorasse, si è deciso per la definitiva cancellazione.
Una bella perdita: il programma era interessante e l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia prometteva di fare faville.
A parziale compensazione, la sera dopo ci ha pensato l’opera a regalare grandi emozioni e a fare da apripista nel migliore dei modi alla kermesse spoletina.
Già da diverse edizioni il Teatro Nuovo non ospitava più i memorabili allestimenti operistici a cui ci avevano abituati Menotti e poi Ferrara.
Non poteva esserci miglior viatico di Pelléas et Mélisande di Debussy per il ritorno del bel canto a Spoleto.
Il materiale di partenza era già superbo di suo: magnifica la partitura scritta dal compositore francese nel 1902.
Ma a rendere tutto davvero imperdibile ci hanno pensato le bellissime voci dei cantanti, la suggestiva scenografia e l’eccellente Budapest Festival Orchestra, che quest’anno è attiva su più fronti qui a Spoleto.
Davvero troppo poche le due sole repliche previste, poiché il Pelléas brilla per ora come uno dei migliori spettacoli di questa edizione.
Di ottimo livello anche la prestazione di Laetitia Casta, tra i volti più noti e sicuramente più attesi del cartellone di quest’anno.
Da una supermodella non ci si aspetterebbero anche grandi qualità di attrice, e invece nel suo monologo dedicato alla pianista classica Clara Haskil, la Casta ha letteralmente dominato la scena per due ore, interpretando addirittura più di un personaggio. Chapeau.
Per quanto riguarda la danza, la compagnia israeliana L-E-V ha colpito pubblico e addetti ai lavori.
45 minuti di pura magia, soluzioni coreografiche di grande suggestione, soundtrack ipnotico, costumi della Christian Dior Couture.
Il risultato è di grande impatto e non a caso le quattro repliche previste hanno registrato sempre il tutto esaurito, come d’altra parte molti altri spettacoli, per un festival che – per adesso – sta andando a gonfie vele.