Presidio alle portinerie del polo chimico di Terni, questa mattina, in occasione dello sciopero dei lavoratori della Treofan. I lavoratori sono estremamente preoccupati perché da un anno e mezzo non hanno notizie di un piano industriale efficace, mentre la situazione precipita con le linee praticamente ferme.
“Siamo scesi in campo, questa mattina, perché abbiamo l’esigenza di un incontro con i vertici, spiega Massimo Serantoni della Femca Cisl, in quanto il nostro stabilimento sta attraversando un periodo veramente nero.
Non è dovuto al mercato perché noi produciamo imballaggi per alimentari, un settore che non è in crisi. È solo una questione tecnica ed organizzativa.”
”Ormai è un anno e mezzo che la vertenza è al Ministero – evidenzia Davide Lulli della Rsu Treofan – e non abbiamo mai ricevuto una risposta seria, la presentazione di un piano industriale. Adesso, in un mercato pieno di ordini, noi abbiamo le linee che fanno prodotti a valore aggiunto ferme. Abbiamo la forte preoccupazione che in futuro, quando il mercato calerà, sarà Terni a pagarne le conseguenze. La realtà dei fatti, però, è diversa: Terni è tra i migliori stabilimenti in Europa. È necessaria una collaborazione da parte di tutti i politici ternani, dalla maggioranza all’opposizione, ma servono risposte forti e concrete anche dal Governo che ha le armi per difendere questa produzione che, lo ricordo, è nata a Terni.”
“Noi siamo qui a protestare per la prima volta contro questa proprietà, afferma Fabio Boncio della Rsu Treofan, perché da un anno e mezzo stanno portando via tutte le produzioni che erano di marchio Treofan in altri stabilimenti del gruppo Jindal, in tutta Europa. Siamo qui anche per protestare contro un sistema che non ci ascolta. Questo è un sito integrato, ossia non siamo solo le 140 famiglie che vivono con Treofan, ma ci sono altre fabbriche come Edison, Novamont, che insistono nello stesso sito. Sarebbe un problema di tutte le aziende del polo chimico ternano.”