Ancora un incontro che viene considerato dagli ex lavoratori della Treofan assolutamente interlocutorio. Però nel faccia a faccia con i sindacati il liquidatore della società ternana, Filippo Varazi, ha aperto alla speranza (poca) in quanto ha informato sull’esistenza di alcune trattative in corso.
Il fatto che, però, non si conosca ancora né il nome degli eventuali interessati e nemmeno il comparto di appartenenza, lascia tutti molto insoddisfatti. C’è una voce che dice come una società lituana (sic) sia davvero interessata al sito di Terni, non alla produzione del film polipropilenico ma del grande capannone e di una parte dei lavoratori, una sessantina. La società baltica non ha confermato alcun interesse diretto.
Insomma continua imperterrito il teatrino coi sindacati che si stanno stancando, minacciando, ancora in modo molto velato, ma mica tanto, la intensificazione della lotta con “azioni incisive” come hanno già detto.
Però non sono state scoperte le reali intenzioni della proprietà della Treofan, l’indiana Jindal, che continua a fare affari con le linee di Brindisi, da dove esce il suo prezioso film: vorrà vendere il capannone e soltanto quello? Oppure anche un po’ di quella produzione, che il mercato italiano sta richiedendo anche adesso, verrà dirottata a Terni? Chissà se il prossimo 27 ottobre al Ministero dello Sviluppo economico ci saranno delle vere novità! I lavoratori, ovviamente, preferirebbero continuare una produzione che conoscono, riavviando le macchine ma non escluderebbero nemmeno nuove iniziative al momento poco identificabili. Va detto che, tanto per stare sempre poco tranquilli, la tanto sbandierata reindustrializzazione del complesso ex Treofan di Battipaglia al momento è ancora in alto mare con belle intenzioni senza tanta sostanza. Così al ministero si dovrà chiarire in maniera improrogabile se vi sono nuove iniziative, come si chiamano gli imprenditori interessati e quali saranno le sovvenzioni da mettere in campo. Altrimenti sono solo parole con i lavoratori a farne le spese.