Crescono le preoccupazioni per lo stabilimento di Terni della Treofan.
Dal 1 gennaio 2020, infatti, il prodotto di punta dello stabilimento di Terni sarà commercializzato sul mercato
con il marchio Jindal, non più Treofan, e che lo stesso sarà realizzato anche negli altri
stabilimenti europei del gruppo. L’esclusività del prodotto in oggetto che rappresenta oggi
l’80% della produzione, ha finora garantito la marcia a ritmo serrato degli impianti, tanto da
mettere in difficoltà la gestione delle ferie e il ricorso a prestazioni straordinarie, visti i carichi di lavoro.
Ancora una volta l’azienda si è sottratta al confronto con i sindacati che era in programma al Ministero dello Sviluppo Economico lo scorso 15 ottobre, assenza giustificata dalla impossibilità di presentare il piano di reindustrializzazione per Battipaglia (impianto fermo dal 18 dicembre 2018).
Tuttavia l’incontro si è svolto ugualmente per fare il punto della situazione e per verificare i piani industriali del Gruppo.
Nel merito – sostengono Filctem-Femca e Uiltec – l’azienda non ha rispettato gli impegni sul rapporto tra unità lavorative e volumi prodotti, negando i trasferimenti intercompany dei lavoratori di Battipaglia in CIGS a Terni, prima annunciati e poi non realizzati, senza alcuna giustificazione.
Nell’ambito della discussione si è denunciato il ritardo della realizzazione
del piano prospettato dall’azienda per l’anno 2019, nei tavoli precedenti, in termini di
investimenti economici e assunzioni annunciate del personale.
Motivo di una ulteriore preoccupazione aggiuntiva è dato dalla legislazione in corso di
approvazione, contenuta nel DEF, che inserisce un’imposta aggiuntiva sugli imballaggi da
fonte fossile, che rischia nel breve periodo di accelerare la riduzione della domanda sul
mercato italiano ed europeo, mettendo a rischio l’intera filiera produttiva e l’indotto del
BOOP in Italia. Questo ci fa essere fortemente preoccupati per tutti gli stabilimenti Jindal
presenti sul territorio nazionale.
Non è più tollerabile per i lavoratori – aggiungono ancora le organizzazioni sindacali – l’atteggiamento irrispettoso adottato fino ad ora dalla società. Dopo circa 12 mesi di vertenza sono stati disattesi incontri ed impegni assunti nazionali e locali!! Cosa ancora più grave è stato di non avere mai potuto incontrare la
nuova proprietà dopo la scellerata cessione da parte di De Benedetti. E pensare che ieri,
dopo avere declinato l’incontro in Italia Mr Jindal era in Europa esattamente a Francoforte
in riunione con i vertici aziendali di Treofan, uno schiaffo ai lavoratori ed al Governo
Italiano.
“Come delegazione sindacale abbiamo chiesto al MISE di trasferire direttamente alla
proprietà, che nell’incontro programmato per il 29 ottobre i lavoratori e i sindacati si
attendono risposte chiare sui progetti e piani industriali futuri che mettano gli stabilimenti
presenti nel nostro Paese in condizioni di lavorare, produrre ed essere maggiormente
competitivi anche sullo scenario internazionale.”