La lettera è stata durissima e segna ormai la divisione tra una parte dei lavoratori e le forze politiche e sindacali che hanno gestito sin qui la crisi della Treofan di Terni, che rischia di chiudere senza una vera crisi. Così impiegati, operai, quadri hanno scritto al Ministero dell’Industria per sollecitare un diverso approccio alla questione: “È inaccettabile che il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Ministero del Lavoro continuino a fare da bancomat alla Jindal con la continua elargizione di ammortizzatori sociali, dato che Jindal, già al momento dell’acquisizione della Treofan, aveva esclusivamente progetti di svuotamento dei clienti e di depauperamento di un patrimonio industriale esclusivamente italiano”.
“Con la presente si denuncia per l’ennesima volta la volontà da parte della Jindal di ‘sfruttare’ continuamente risorse pubbliche, fondandoli su requisiti fattuali inesistenti, come sta accadendo per l’assurda apertura della Cassa Covid-19, attribuendo all’emergenza sanitaria la causa determinante della situazione di difficoltà dello stabilimento ternano della Treofan Italy. Le Rsu, proprio mercoledì hanno sottoscritto il verbale di esame congiunto relativo alla richiesta aziendale della Cassa, a partire dall’11 agosto per 9 settimane ed è stato concordato l’anticipo dell’indennità di cassa da parte dell’azienda e la fruizione preventiva delle ferie su base volontaria; inoltre verrà riconosciuta la maturazione dei ratei contrattuali. Durante il periodo più critico della pandemia lo stabilimento di Terni ha marciato a pieno regime e con una notevole mole di straordinari effettuati; la crisi è da ricondurre esclusivamente a due ragioni: volontà dell’azienda di spostare gli ordini verso altri siti, per avviare un processo che conduca ad una cosiddetta chiusura naturale; scelte di mercato della Jindal che hanno determinato un calo di ordini in tutti i siti italiani ed europei del gruppo». In questo contesto peraltro, la Cigo è richiesta solo per Terni.
“Chiediamo al Mise e al Ministero del Lavoro, al fine di evitare che vi sia l’ennesima elargizione di finanziamenti a favore di un imprenditore che ha solo interesse ai fondi pubblici italiani senza nessun progetto industriale serio, di effettuare con urgenza tutti gli accertamenti necessari. Ci riserviamo di intraprendere ogni azione in ogni sede italiana ed europea, al fine di vedere tutelati i nostri diritti”.