“Una strategia che a questo punto si sta manifestando in pieno: Jindal vuole chiudere lo stabilimento ex Treofan di Terni. Non possiamo permettere un atto del genere, è ora che le istituzioni ci mettano la faccia e vengano sul campo a sostenere la battaglia a difesa dei nostri lavoratori e del nostro sito produttivo fondamentale per tutto il polo chimico ternano e umbro”.
A sostenerlo è Doriana Gramaccioni, segretario generale della Ultec Umbria, che definisce ‘atteggiamento di ostruzionismo ormai palese’, quello della proprietà.
Dopo la scadenza di ben due ultimatum accordati dalle stesse organizzazioni sindacali all’azienda, chiamata a firmare il documento di tutela e rilancio del sito ternano, sottoscritto e condiviso da tutte le sigle e sotto il controllo del Ministero, la vicenda Treofan si fa ancora più pesante. A detta della Uiltec Umbria, l’obiettivo della proprietà è soltanto quello di chiudere lo stabilimento.
“Eppure il sito di Terni è fondamentale non solo per l’Umbria ma per tutta l’Italia – precisa Gramaccioni – e la prova è che anche durante l’emergenza Covid lo stabilimento è sempre stato operativo senza mai smettere la produzione in quanto considerato strategico”.
“Terni come Battipaglia”, secondo la Uiltec.
“Non può essere normale che in Italia un’azienda possa essere acquistata dalla concorrenza per poi essere venduta, non ci è sembrato normale inoltre avere ignorato la volontà delle istituzioni, Regione in primo luogo, a investire soldi per il sito ternano, segno, al contrario, di un reale disinteresse. Dopo Battipaglia, tocca a Terni, Jindal vuole fare fuori tutto ciò che è a marchio Treofan. A questo punto, anche davanti a questo assordante silenzio della proprietà che evidentemente non ha neppure un piano, un incisivo progetto di sviluppo industriale per lo stabilimento di Terni, dopo giorni e giorni di sciopero non ci sono molte altre soluzioni. Chiamiamo direttamente in causa la presidente Tesei, invitandola a venire a Terni, a fianco dei lavoratori così come tutte le altre istituzioni, dal prefetto Sensi al sindaco Latini, vorremmo in particolare che tutte le istituzioni si facessero promotrici, unitamente a noi sindacati, di un forte sollecito presso il Mise nei confronti di Jindal. Le nostre richieste sono state sempre molto chiare e ora l’azienda deve al più presto agire qualora la sua intenzione dovesse essere quella della vendita del sito ternano, soluzione che ad oggi sembra l’unica possibilità percorribile”.
Intanto si è appreso che la Regione ha chiesto un incontro urgente al Ministero dello Sviluppo Economico . Lo ha comunicato l’Assessore regionale allo Sviluppo Economico Michele Fioroni.
“Il 15 luglio scorso – ha dichiarato l’assessore Fioroni – si è tenuto un tavolo di confronto convocato dal Ministero dello Sviluppo Economico con i rappresentanti dell’azienda, le organizzazioni sindacali di categoria e il sindaco di Terni Leonardo Latini. In quella sede, a conclusione dell’incontro, si è convenuto che le organizzazioni sindacali predisponessero un’ipotesi di accordo, che la sera stessa è stato messo a disposizione dell’azienda, ma che ad oggi non risulta avere avuto riscontro”.
“Ricordando che la Regione Umbria si è messa a disposizione con la strumentazione di supporto disponibile – ha concluso l’assessore Fioroni – l’urgenza della richiesta, visto il silenzio dell’azienda, è finalizzata a ripristinare le normali relazioni industriali ad oggi interrotte, nell’interesse del sito, del territorio e dei lavoratori”.