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“Oggi pensare che la Cina possa essere riconosciuta come economia di mercato è un vero controsenso”. Lo ha affermato il responsabile delle relazione esterne di AST, Tullio Camiglieri in riferimento alla possibilità che per il colosso asiatico possano cadere le misure antidumping, ovvero i dazi esistenti, su molte merci importate da quel Paese.
“Parliamo di un Paese in cui l’economia è fortemente assistita allo Stato, un Paese in cui il costo del lavoro è talmente basso che competere con loro per un qualunque Paese occidentale, dove la tutela del lavoro, il welfare hanno un costo, sarebbe veramente complicato; quindi – ha aggiunto Camiglieri – è importante che questa sia una consapevolezza di tutti i parlamentari europei; questo passaggio rischia di essere un passaggio molto delicato e molto pericoloso per tutta l’industria siderurgica europea”.
C’è da dire che il Parlamento europeo ha approvato a larghissima maggioranza , 546 voti a favore , 77 astenuti e 28 voti contrari, nella giornata di venerdì, un documento contro la concessione dello status di economia di mercato (MES, Market Economy Status) alla Cina. La decisione spetta ora alla Commissione Europea che non potrà non tenerne conto.
Secondo il senatore del Partito Democratico, Gianluca Rossi, questo “è un tema di straordinaria importanza, non solo per l’acciaio ma anche per l’industria agro-alimentare, per il settore del mobile, del tessile; il Parlamento europeo si è espresso contro il riconoscimento di questo stato per la Cina , è una trattativa molto lunga, non finisce con il voto del Parlamento, ci sarà un negoziato tra Europa e Cina ma le posizioni espresse dal capogruppo dei Socialisti e Democratici, Gianni Pittella, sono chiare e inequivocabili ovvero la Cina non è un’economia di mercato e noi speriamo che si trovi una soluzione che non rompa le relazioni con questo colosso orientale che è anche utile, per certi versi, ma che per entrare nell’economia di mercato deve soddisfare alcuni requisiti che non ha”.
Di questi temi si è discusso in un convegno organizzato dal Partito Democratico al quale hanno partecipato oltre Rossi e Camiglieri anche la vice presidente della Camera dei Deputati, Marina Sereni e il segretario provinciale della CGIL, Attilio Romanelli.