DI CHIARA FURIANI
Siamo già quasi a metà festival e Perugia è più bella e colorata che mai.
I concerti a pagamento all’Arena Santa Giuliana forse non hanno ancora registrato i grossi numeri che si vedevano in epoca pre-covid, ma l’atmosfera di festa, nonostante i tempi bui, si è di nuovo materializzata.
E se ne sentiva davvero il bisogno.
A scaldare gli animi provvede ormai da anni la marching band residente, i toscani Funk Off.
E poi c’è tanta, tantissima musica gratuita nelle piazze del centro.
Tutte le nuances del variegato universo musicale afroamericano sono rappresentate: jazz, funk, soul, blues e chi più ne ha, più ne metta.
Ad aprire la kermesse con brio ci ha pensato la soul singer britannica Joss Stone.
Affermatasi appena teenager nel 2003, piazzando subito nelle charts di mezzo mondo la hit “Right to be wrong”, la nostra è un po’ in ombra negli ultimi anni, ma a Perugia ha dimostrato di avere ancora molte frecce al proprio arco, coinvolgendo il pubblico con una scaletta divertente e ben studiata, a servizio di una vocalità piacevolmente duttile.
Dopo la serata brasiliana con Marisa Monte e Gilberto Gil, non poteva mancare anche la noche cubana.
Umbria Jazz ha spesso e volentieri ravvivato il cartellone grazie alle crepitanti atmosfere caraibiche, peraltro molto care al pubblico, e quest’anno ha voluto invitare il giovane Cimafunk, che col suo mix tra latin, funk ed elettronica sta facendosi strada a livello internazionale.
Fino al 17 luglio sono tante ancora le proposte intriganti, anche per gli aficionados del jazz duro e puro.
Imperdibile Kurt Elling, il vocalist jazz più autorevole sulla piazza, che sarà al Teatro Morlacchi il 13 luglio alle 17.