Di Chiara Furiani
Per un jazz festival che se ne va, un altro se ne viene.
È archiviata la trentesima edizione di Umbria Jazz Winter a Orvieto, e mentre già si attendono ulteriori anticipazioni riguardo alla rassegna estiva, è d’uopo fare bilanci.
Quella di Umbria Jazz è ormai una formula collaudata e inossidabile, con un marchio che vende a prescindere dalla merce che offre.
Alberghi, b&b, ristoranti, tutto era pieno fino all’inverosimile, e anche ai concerti il pubblico c’era, e l’atmosfera pure, quindi si può dire che il festival ha vinto senza dubbio su tutta la linea.
Ottima anche la qualità.
La cantante Cècile McLorin Salvant ha una tecnica strabiliante e una voce che può permettersi qualsiasi cosa.
Il sassofonista Joe Lovano, il vero nome internazionale di questa edizione, da bravo veterano non poteva che confermare la sua reputazione.
Degnissimi di citazione anche i tanti italiani, da Fabrizio Bosso, a Enrico Rava, a Francesco Cafiso, a Piero Odorici, forse il più convincente di tutti.
Resta però la sensazione che forse una manifestazione così blasonata potrebbe anche osare di più e pescare ogni tanto anche fuori dal bacino dei nomi più “sicuri”.
Per quello ci pensa “Young Jazz” a Foligno.
Prima con due date a dicembre, e il concerto dei The Necks può tranquillamente essere annoverato tra le cose migliori mai sentite nella nostra regione da qualche anno a questa parte.
L’iconico trio australiano ha letteralmente ammaliato il pubblico con la sua formula, unica, di free jazz (tutto è rigorosamente improvvisato al momento), che però del free ha sublimato le asperità sonore, e ricorda a tratti quasi il mood del “Köln Concert” di Keith Jarrett.
il festival rilancia il 6 gennaio, con una non-stop di musica che comincia alle 18, si articola con più artisti, rigorosamante avantgarde, e si chiude in tarda serata con una jam session.
Inutile dire che il piatto è ricco e sarebbe un gran peccato non essere della partita.
Notevolissima la bassista-cantante altoatesina Ruth Goller, che propone il suo suggestivo progetto a più voci Skylla.
Di grande interesse anche il sassofonista Cosimo Fiaschi e poi Ar Ker dalla Francia e soprattutto la band Y-Otis, con musicisti tedeschi e svedesi che promettono scintille.
Il tutto in una location d’eccezione, le sale affrescate di Palazzo Candiotti, uno dei tanti bellissimi palazzi storici di Foligno.
Il biglietto d’ingresso all’intero concerto ha un costo massimo di 25 euro per l’intera giornata ed è previsto un break di un’ora per la cena (ci saranno un bar e un food truck nei pressi).