Si intitola “Carsulae. II materiali degli scavi Ciotti” il volume che getta nuova luce sull’area archeologica, pubblicato grazie al contributo della Fondazione Carit, che ha contribuito anche alle ricerche. Umberto Ciotti – direttore delle campagne di scavo e accademico etrusco – svolse l’attività di ricerca tra il 1951 e il 1972. A lui si deve il riaffioramento della parte pubblica della città romana. Dopo la morte, i figli decisero che i suoi studi passassero all’accademia etrusca di Cortona. Nel 2018 è stato pubblicato il primo libro “Carsulae I – Gli scavi di Umberto Ciotti”.
Il presidente della Fondazione Luigi Carlini ha evidenziato come “sia in fase avanzata l’opera degli scavi archeologici di Carsulae, che resteranno nel tempo. I nostri archeologi hanno svolto un lavoro esemplare”.
Silvia Casciarri, della sovrintendenza dei beni culturali ha descritto l’area come capace di creare una corrispondenza tra presente e passato: “Quest’area archeologica è non solo della memoria, ma deve dare un connubio con il passato. L’eredità materiale che ci ha lasciato Ciotti è fondamentale”.
Il volume tratta alcune classi di materiali che risalgono a 70 anni fa.
Elena Gabriella Lorenzetti, curatrice del volume “Carsulae II” afferma che si è riusciti a “ricollocare il lavoro di Ciotti ai luoghi originali del rinvenimento dei materiali”.
La pubblicazione si apre sulle terre sigillate e le ceramiche di alto livello. Si passa alla ceramica con pareti sottili, alle lucerne. “Riaffiorano i borghi laterizi, i ritrovamenti monetari, i bolli su terra sigillata italica, i bolli laterizi”.
Sono state rinvenute monete del IV e V secolo dopo Cristo e ce ne sono altre in fase di restauro. “Carsulae è vivissima, e molto c’è ancora da fare”.
La settimana prossima riprenderanno gli scavi, portando alla luce dettagli del senato locale. In un’altra località, probabilmente si renderà visibile quella che era una struttura termale.