Chissà se sarà o meno un libro dei sogni, ancora un libro dei sogni, l’idea dell’Ospedale di Narni e Amelia a Cammartana. Comunque sia l’assessore Luca Coletto ha oggi portato alla attenzione ufficiale dei sindaci interessati la nuova bozza di lavoro, che a dire la verità racchiude le vere esigenze della comunità, che spera che quell’opera sia un vero baluardo alla privatizzazione della sanità. Sia per il comprensorio narnese amerino ma soprattutto per Terni, il cui ospedale verrà integrato funzionalmente. Un libro dei sogni? Lo è stato per cinquanta anni e quindi un progetto in più o in meno non cambierà lo scetticismo dei narnesi. Certo fa specie vedere che all’Ospedale di Castiglione del Lago è stato aperto un nuovo bellissimo reparto con ventisei posti letto in più, che fanno capire come sia possibile operare per la sanità basta essere posizionati nell’Umbria che conta. Ora c’è lo sbandieramento del nuovo progetto che vede la soppressione della parte di Rsa per farlo diventare tutto “ospedale di comunità” magari senza il pronto soccorso ma con la rianimazione. Il Sindaco De Rebotti, davanti alla portineria dell’ospedale narnese aveva detto che la proposta avrebbe rimesso in movimento l’intero iter e quindi poteva essere una mossa per non farlo mai. Ma tant’è: i cittadini sono stufi di questo tiramolla e non fanno più nemmeno attenzione alle tante chiacchiere dei politici, ai vari progetti, che sembrano tutti bellissimi ma irrealizzabili. Libri dei sogni, appunto
Comunque sia la Regione ha stilato un documento che di seguito è possibile leggere.
“Rendere concreto il percorso di realizzazione del nuovo ospedale comprensoriale di Narni e Amelia, in località Cammartana, rafforzando e attualizzando la vecchia ipotesi progettuale alla luce dei nuovi bisogni assistenziali della popolazione e dell’esperienza maturata anche in questi mesi di emergenza sanitaria, prevedendo, tra l’altro, la presenza di un Pronto Soccorso e di postazioni di Terapia intensiva.
È sostanzialmente questo l’impegno della Regione Umbria e dell’Azienda Usl Umbria 2 illustrato nell’incontro che si è tenuto oggi pomeriggio tra Regione, USL Umbria 2, Comuni di Narni ed Amelia al quale erano presenti la Presidente della Regione Donatella Tesei, l’Assessore alla Sanità Luca Coletto, la Presidente della Commissione Regionale Salute Eleonora Pace, il Direttore Generale del Dipartimento Salute Claudio Dario, Il Commissario Straordinario della USL Umbria 2 Massimo De Fino, i Sindaci di Narni Francesco De Rebotti e di Amelia Laura Pernazza.
Ridefinire la mission e l’assetto organizzativo della nuova struttura ospedaliera, limitando al massimo l’eventuale dilatazione nei tempi di esecuzione, è quanto Regione e Usl2 hanno ritenuto necessario per superare limiti e criticità, resi ancor più evidenti dall’ondata pandemica, di un modello ormai datato definito nell’accordo di programma del 2013 tra Regione Umbria e Ministeri della Salute e dell’Economia e oggetto negli anni successivi di revisioni e ripensamenti. Quel progetto, infatti, prevedeva sostanzialmente una “fusione a freddo” delle attività presenti nei Presidi di Narni, Amelia e nel polo geriatrico di Terni della “Domus Grazie”. Una sommatoria di servizi ospedalieri e territoriali che oggi non appare più funzionale e rispondente alle reali esigenze sanitarie e assistenziali del territorio.
Alla luce dell’analisi e anche dell’esperienza di questi mesi di emergenza, il nuovo ospedale comprensoriale di Narni e Amelia dovrà anzitutto rispondere con estremo rigore ed efficienza a criteri di massima sicurezza delle cure ai pazienti e tutela della salute degli operatori progettando percorsi interni funzionali. Accantonata l’idea di inserire l’RSA, prevederà invece un reparto di ospedale di comunità, una terapia intensiva, a sostegno della attività chirurgica, che permetterà al nuovo ospedale di compiere il salto di qualità auspicato, garantendo tra l’altro anche un servizio di pronto soccorso con OBI.
Il tutto porterà a realizzare una vera e reale integrazione tra il nuovo presidio e l’Azienda Ospedaliera di Terni attraverso una compartecipazione di strutture e professionisti alle attività cosiddette programmabili, sia mediche che chirurgiche prevedendo il potenziamento dei servizi e in alcuni casi, la condivisione, nel nuovo ospedale comprensoriale di settori di attività del “Santa Maria”, come l’oculistica, la chirurgia mini invasiva e la day surgery con modalità clinico organizzativa che consente di effettuare, in anestesia generale, loco-regionale o locale, interventi chirurgici invasivi anche di media complessità e in regime di ricovero breve.
Da quello che era un mero trasferimento di servizi sanitari in un nuovo “contenitore” (dettato dall’esigenza di chiudere le sedi attuali decisamente inadeguate dal punto di vista strutturale), nasce invece uno slancio progettuale e programmatico nuovo, più rispondente ai bisogni di salute della popolazione e del territorio.
Attualizzare l’assetto organizzativo e ridisegnare la missione e i nuovi ambiti di intervento significa affidare un ruolo definito al nuovo ospedale comprensoriale, costruire una prospettiva di certezza e porre basi solide per affrontare le sfide presenti e future.
Un contributo necessario e fondamentale per rafforzare e ridisegnare la rete ospedaliera regionale.