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Nei dodici mesi trascorsi tra il 17 maggio 2016 e il 17 maggio 2017, sono state 196 le storie di omotransfobia censite da Arcigay attraverso il monitoraggio dei mass media, e descritte nel report che ogni anno, in occasione della Giornata internazionale contro l’omotransfobia, Arcigay rende noto.
Si tratta, ha spiegato il segretario nazionale dell’associazione Gabriele Piazzoni, di “un numero quasi doppio rispetto a quello dello scorso anno e che merita una riflessione e la ricerca delle opportune chiavi di lettura”.
Il report è stato stilato monitorando i quotidiani e i periodici locali e nazionali e i principali siti web di informazione: le storie che riporta, spiega l’Arcigay, “sono quindi quelle che hanno superato il filtro della notiziabilità, cioè che sono state innanzitutto denunciate e in secondo luogo ritenute di pubblico interesse dagli operatori dell’informazione. Non si tratta quindi di un censimento esaustivo del fenomeno, semmai di una fotografia che all’interno del fenomeno complessivo dell’omotransfobia permette di distinguere i contesti e le forme in cui si verifica”.
Si tratta insomma di un report qualitativo, che entra nel merito del racconto dei fatti e cerca di individuare tratti comuni e tendenze.
“In definitiva – ha aggiunto il segretario di Arci gay – il report ci consegna la fotografia di un Paese che non riesce a iniettare anticorpi efficaci contro l’omotransfobia. E non lo fa perché la stessa classe politica è parte del problema e non sembra avere alcuna intenzione di censurare se stessa. Infatti, il testo di legge approvato alla Camera giace da anni sepolto al Senato, senza alcuna prospettiva. E nessun’altra iniziativa di legge si intravede all’orizzonte. Ci sono poi le leggi regionali, che tentano di parlare di prevenzione del fenomeno e di mettere a sistema le azioni di contrasto: l’ultima ad essersene dotata quest’anno e’ stata l’Umbria, dopo una battaglia durata molto tempo. Ma sono tante – ha concluso Piazzoni – le regioni che ancora non si sono date questo importantissimo strumento”.
In occasione del 17 maggio, Arcigay parte con la campagna #maqualegender che ha come oggetto diretto i cosiddetti no-gender, movimenti omo-transfobici protagonisti di numerose notizie riportate nel report.
La giornata del 17 maggio è stata celebrata sia a Terni che a Perugia. A Terni, in Piazza della Repubblica, i volontari di “E se domani” hanno incontrato la popolazione e hanno scattato una cinquantina di selfie oltre una foto rappresentativa.
Sul palazzo della biblioteca comunale sono stati esposti i colori della bandiera arcobaleno (dopo le incomprensioni dello scorso anno).
LO SPOT PER LE SCUOLE DI ARCIGAY
In occasione del 17 Maggio Giornata Mondiale contro l’Omofobia, nell’ambito dei progetti del MIUR e del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, le associazioni Arcigay, Arcilesbica ed Agedo con il Coordinamento di Gay Center hanno elaborato una campagna guidata dall’Istituto tecnico Cine-TV Rossellini di Roma contro il cyber bullismo verso le persone lesbiche e gay.
“Le parole che emarginano e discriminano fanno male. Ne fanno esattamente quanto un atto di violenza fisica. E fanno male nella vita di tutti i giorni, come in Internet o sui social network, che non sono luoghi di anonimato e senza regole. Le studentesse e gli studenti devono essere educati quali cittadine e cittadini responsabili e rispettosi dei diritti di ciascuna persona, fuori e dentro la Rete. Devono imparare a conoscere e governare il linguaggio d’uso comune, la nostra lingua madre, come quello digitale, per farne codici di inclusione e condivisione e non come armi con le quali danneggiare le altre e gli altri. È questo il compito che il nostro sistema d’istruzione si prefigge: creare, attraverso le nuove generazioni, una società di pari opportunità, di uguali diritti, di rispetto e di libertà, in cui ciascuna e ciascuno sentano di potersi esprimere senza condizionamenti. Una società che sia comunità che accoglie la diversità e ne fa occasione di crescita. #IoStoConTe, campagna che come Miur sosteniamo, va proprio in questa direzione” Dichiara la ministra Valeria Fedeli
Lo spot elaborato dagli studenti del Rossellini di Roma, viene diffuso in molte scuole coinvolte nel progetto con l’obiettivo di contrastare le discriminazioni che avvengono tra i giovani attraverso i social o le chat, dove molto spesso i ragazzi e le ragazze lesbiche, gay e trans vengono derisi, stalkerizzati, senza che nessuno intervenga.
Dopo diversi incontri di formazione sulle tematiche della non discriminazione, tramite dei laboratori esperenziali ed in ambienti multimediali, gli studenti hanno voluto produrre così un messaggio rivolto a tutti quei ragazzi che sui social fanno da spettatori o che in modo a volte anche inconsapevole supportano i “bulli” del web.
Questo spot cerca di far comprendere la violenza che può passare attraverso i social e lancia un messaggio positivo ai ragazzi con #IoStoConTe. Le scuole gli studenti invitano tutti i loro coetanei a condividerlo sui loro social