E’ fallito il progetto Università a Terni. Lo afferma il consigliere regionale Andrea Liberati che, in proposito, ha rivolto una interrogazione urgente all’assessore competente, Antonio Bartolini.
Liberati sottolinea come nel corso degli ultimi 15 anni il numero degli iscritti al polo universitario ternano sia letteralmente crollato passando da 5.000 a 1.000 e chiede ““cosa intenda fare l’Università di Perugia nel breve e medio termine per rimpolpare di Facoltà e studenti la città di Terni e se intenda operare per richiamare su Terni altre Università italiane e internazionali, oltre quella di Perugia, vista la perdurante inconsistenza di serie iniziative da parte di Palazzo Murena, mentre la città di Terni affonda in una crisi economico-sociale che è anzitutto debolezza culturale di lunga data delle sue classi dirigenti, spesso prive di formazione scolastico-universitaria adeguata anche in forza dell’assenza in loco di una proposta accademica dignitosa, oltre la vieta matrice industrial-fordista novecentesca che orienta ancor oggi parte delle classi dirigenti citate”. Inoltre Liberati chiede di sapere “quanto sia costato alla Fondazione Carit, Comune, Regione e Università negli ultimi 15 anni il progetto accademico per Terni, con particolare riferimento a Economia, Scienze politiche, Lettere. Facoltà, le ultime due, poi tristemente chiuse, quando ovunque, nel resto d’Italia, hanno un futuro”.
Nel suo intervento Liberati ha definito “grottesca” la decisione della giunta di potenziare “l’Università in area del tutto inadeguata, in piena zona di ricaduta delle polveri Thyssen e Ilserv” (Pentima).
Nella sua risposta l’assessore Bartolini ha detto che ” la Regione intende fare tutto il possibile per sviluppare, nella città di Terni e nella conca ternana il rilancio dell’università. Ci sono stati incontri sia con il sindaco di Terni, con il presidente della Fondazione Carit, con il Rettore, con il Presidente di Confindustria. C’è grande interesse da parte delle imprese operanti sul territorio ad investire per l’attività di ricerca ed innovazione. Da parte della Regione c’è l’impegno di investire sulle proprie strutture che hanno esigenza di essere rinnovate. Se ci sarà un accordo condiviso la Regione farà tutto quanto le è possibile. Esiste anche un accordo legato all’area di crisi complessa in cui fa parte del tavolo il Ministero dell’Università e sotto questo profilo auspichiamo di far arrivare risorse anche dal Governo nazionale”.