“Che cosa sta succedendo nel distretto sanitario ternano? La confusione imperversa per quanto riguarda la vaccinazione anti Covid-19. Nelle regioni confinanti si procede nella vaccinazione coinvolgendo fasce di età inferiori ai 60/69enni. A Terni non si riesce a capire come e perché si sono generate divisioni e si sono accumulati ritardi non giustificabili”. Così in una nota lo Spi Cgil di Terni.
“Si è fermi, attraverso la pre-prenotazione, alla fascia 60-69, con chiamate il cui ordine appare poco chiaro e causa crescenti malumori tra gli interessati – prosegue il sindacato pensionati – Se si vuole riconsegnare fiducia ai ternani si operi rapidamente nella vaccinazione in modo trasparente, magari aumentando anche il personale medico e paramedico dedicato a tale importante attività”.
Alle critiche si aggiunge la nostra lettrice Eugenia.
“Segnalo il gravissimo ritardo – scrive Eugenia – nella vaccinazione della categoria dei fragili. Io ho 65 anni, ho prenotato la vaccinazione il primo aprile e ho avuto l’appuntamento per la somministrazione della prima dose il 19 maggio – con quasi due mesi di attesa! Ho visto passare avanti gli avvocati, gli impiegati dell’Inps, i caregiver veri e quelli falsi e perfino i prenotati a giugno della mia stessa categoria, in due vaccine day all’inizio di maggio. Ora la Regione ha deciso di spostare a 42 giorni il richiamo Pfizer anche di chi aveva già prenotato e avuto la prima dose, a prescindere dall’età. E’ molto grave che la volontà di allargare a tutte le fasce di età, in sé positiva, debba avvenire a scapito delle categorie fragili e degli over 60, piuttosto che con un rafforzamento nell’organizzazione della campagna vaccinale”.