I Consiglieri dei gruppi di minoranza (Paparelli,Bori, Meloni, Porzi – PD, De Luca-M5S, Fora-Patto civico per l’Umbria, Bianconi-Misto) rendono noto di aver depositato una mozione urgente da discutere nella seduta di domani 14 settembre, in cui chiedono alla Presidente della giunta regionale Tesei ed al presidente dell’Assemblea legislativa, Squarta, di convocare, entro il mese di settembre, un Consiglio regionale straordinario, aperto alle forze sociali, da tenersi a Terni ed avente ad oggetto il futuro di AST e lo sviluppo industriale ed occupazionale della conca ternana.
Le opposizioni chiedono alla Presidente della Regione l’impegno a far convocare , in considerazione della strategicità del sito Acciai speciali Terni e delle sue produzioni, le parti sociali le istituzioni locali dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al fine di assicurare ai massimi livelli, che il piano industriale che verrà e la credibilità dell’acquirente assicurino il mantenimento dell’integrità del gruppo compresa la parte commerciale, i volumi produttivi ottimali dell’azienda, il funzionamento dei due forni di fusione e lo sviluppo del sito in base alle effettive potenzialità sotto ogni punto di vista, verificando così anche il rispetto dei termini dell’accordo ponte e le prospettive di investimenti in campo ambientali e tecnologico.
“Lo scorso 22 aprile – ricordano ancora i consiglieri di minoranza – è stata avanzata una richiesta al Sindaco di Terni per chiedere la convocazione delle parti presso il Mise e analoga istanza è stata fatta anche alla Presidente della Giunta Regionale lo scorso 15 giugno ma entrambe non hanno avuto alcun esito non essendo mai stato convocato né un tavolo regionale né un tavolo nazionale in cui condividere i paletti da mettere al soggetto acquirente in ragione della strategicità e della peculiarità della produzione di Acciai speciali nella nostra Regione e nel Paese. Peraltro, il Consiglio regionale, in data 9 febbraio, ha approvato all’unanimità una mozione che impegnava la presidente Tesei, in sintonia con la comunità ternana e umbra, ad interloquire con il Mise per assicurare che l’acquirente fosse un player industriale in grado di garantire la continuità della capacità competitiva globale di AST sia in termini di investimenti tecnologici e ambientali che di proiezione commerciale globale. Lo scorso 31 marzo è scaduto invece l’accordo di programma tra la Regione Umbria, i Comuni di Terni e Narni e il Mise relativo allo strumento dell’Area di Crisi Complessa, per il quale era stato dato mandato dal Consiglio regionale, con una mozione approvata all’unanimità, all’Assessore allo Sviluppo economico di avviare le interlocuzioni con il Mise per la stesura di un nuovo accordo di programma che desse continuità al rilancio e alla riqualificazione industriale dei comparti siderurgico e chimico in particolare.
Alla luce di ciò è necessario – concludono le opposizioni- per dare impulso allo sviluppo e all’occupazione di Terni e dell’Umbria del sud , addivenire al più presto alla stipula di un nuovo accordo di programma relativo all’Area di crisi complessa, che dia concretezza al completamento delle infrastrutture necessarie per potenziare i fattori localizzativi ed in tale contesto diventa fondamentale il piano industriale del futuro acquirente del comparto siderurgico di AST, per assicurare un futuro non solo alle famiglie ed ai lavoratori, ma anche alla manifattura umbra ed italiana, di cui l’acciaio è componente essenziale”.
Sulla stessa lunghezza d’onda la CGIL di Terni
“Serve un Consiglio regionale dell’Umbria aperto, da volgersi a Terni, per interrompere l’assordante silenzio delle istituzioni intorno alla vicenda AST e contestualmente chiedere l’intervento della Presidenza del Consiglio dei Ministri”. È quanto si legge in un ordine del giorno approvato oggi, lunedì 13 settembre, dal direttivo della Cgil di Terni che si è riunito proprio in concomitanza della visita del ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti in Umbria. Visita che però non ha toccato la provincia ternana. “Mentre siamo riuniti – si legge nel documento del sindacato – la presidente Tesei, sta accompagnando in un tour elettorale in provincia di Perugia, il ministro. Al di là della legittima campagna elettorale, la provincia di Terni sta vivendo una serie di crisi industriali i cui dossier dovrebbero essere ben conosciuti dalla giunta regionale dell’Umbria”.
In particolare sulla vertenza della vendita Ast la Cgil rimarca la totale disattenzione della giunta regionale rispetto alle precise richieste delle organizzazioni dei lavoratori. “Vale la pena ricordare – si legge ancora nell’ordine del giorno – che le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici, a Terni, avevano chiesto prima al sindaco di Terni (22 aprile 2021) e poi direttamente alla presidente della giunta regionale (16 giugno 2021) di attivarsi per riaprire il tavolo, vista l’imminente vendita del sito di viale Brin, senza contare che la stessa richiesta era stata fatta da Fim, Fiom e Uilm nazionali. Ma tutte queste richieste sono rimaste ad oggi inascoltate”.
Dunque, il confronto non si è mai aperto, ma nel frattempo la procedura di vendita è passata alla fase tre, con la presentazione di alcune offerte vincolanti, che per il momento dovrebbero scongiurare lo spacchettamento del sito. “Il ministro nel rispondere ad una interrogazione alla Camera sul tema – ricostruisce ancora la Cgil ternana – si è limitato a dare un timing sulla procedura con un grado di precisione meno marcato di quanto già a conoscenza delle organizzazioni sindacali e ad assicurare una buona risposta alle aspettativa dei lavoratori, senza però presupposti concreti da accompagnare all’annuncio. Ed infatti, rimangono aperte le questioni sul perimetro di vendita e sulla tenuta degli assetti impiantistici e i livelli occupazionali e salariali dei lavoratori diretti e dell’indotto”.
“Ci auguriamo che il Ministro dello Sviluppo economico e la presidente della Regione non si limitino semplicemente a sostenere i propri candidati di partito – insiste la Camera del Lavoro nel suo ordine del giorno – ma che rendano conto anche dell’area di crisi complessa Narni-Amelia, delle infrastrutture nell’Umbria sud a partire dalla piattaforma logistica, degli ospedali di Narni-Amelia, dell’AST, della Treofan, della Sangemini e di tutte quelle crisi ancora in atto”.