L’inchiesta sul crollo del ponte Morandi di Genova si allarga e porta alla luce un “modus operandi” volto ad “edulcorare” le relazioni tecniche sullo stato di salute di ponti e viadotti.
E’ quanto avrebbe accertato la Guardia di Finanza che ha perquisito le sedi della SPEA e ha iscritto nel registro degli indagati una decina di persone. La SPEA è una controllata del gruppo Atlantia e Autostrade.
I finanzieri, questa mattina, hanno perquisito le sedi di Terni, Genova, Milano, Bologna, Firenze e Bari.
Questo filone di inchiesta nasce dagli interrogatori di alcuni tecnici Spea dopo il crollo del ponte di Genova. Secondo loro “talvolta i report erano stati cambiati.”
In serata la SPEA ha replicato affermando “la totale indipendenza, la correttezza formale e sostanziale e la trasparenza delle attività ispettive e delle relazioni tecniche condotte dalle proprie strutture operative, accertate dalle continue attività di verifica e di controllo interni.”
Le relazioni incriminate riguardano i ponti “Sei luci” , “Pecetti” e “Gargassa” , in Liguria; “Paolillo” sulla Napoli-Canosa e “Il moro” a Pescara.
Al momento i ponti non sono stati posti sotto sequestro. Secondo AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) “i controlli eseguiti sono stati sempre accurati e approfonditi e non esiste alcun pericolo di incolumità per gli automobilisti.”