L’undicesima edizione del Premio Letterario Città di Lugnano 2025 ha visto trionfare Yari Selvetella con il romanzo “La mezz’ora della verità” (Mondadori). La sua vittoria è stata determinata dal voto congiunto della giuria di esperti e della giuria popolare. Quest’ultima, tuttavia, aveva espresso una preferenza diversa, indicando come vincitore “Ferro e ruggine” di Cosimo Calamini (Morellini editore).
Il Premio Lugnano “Giorgio Patrizi”, dedicato alle opere di spicco per qualità stilistica e narrativa, è stato assegnato a Veronica Galletta per il romanzo “Malotempo” (Minimum Fax).
Per la sezione dedicata ai racconti inediti, quest’anno incentrata sul tema “l’armadio”, il vincitore è risultato “Recisioni affrettate” di Fabrizio Matetich.
Oltre ai premiati Selvetella, Galletta e Calamini, i finalisti del concorso includevano: Matteo Quaglia con “Volevamo magia” (Nottetempo), Aldo Simeone con “L’isola dei femminelli” (Fazi).
Tutte le opere finaliste sono state selezionate da una giuria di esperti presieduta da Paolo Petroni e composta da Daniela Carmosino, Annagrazia Martino, Giorgio Nisini, Paolo Pintacuda, Ilaria Rossetti, Carlo Zanframundo e Emanuela Anechoum, vincitrice dell’edizione precedente.
“La mezz’ora della verità” di Yari Selvetella, allo stesso tempo divertente e inquietante, è un romanzo che ruota attorno a un’applicazione capace di distinguere istantaneamente vero e falso. La narrazione, corale, densa e incalzante, è percorsa da una vena di ironia e offre una riflessione sorprendente sul mondo contemporaneo, sempre più sfuggente e illusorio. Partendo da un inizio corale, il racconto alterna voci interne ed esterne, culminando in un finale a sorpresa di grande efficacia narrativa e profondità.
“Malotempo” di Veronica Galletta segue il ritorno di Paolo Rasura, un uomo e artista irrisolto, nel suo paese natale. Qui, è costretto a confrontarsi con le potenziali vite che avrebbe potuto vivere, mentre la speculazione edilizia minaccia di cancellare ogni traccia del suo passato. L’opera si distingue per il ricco e significativo lavoro linguistico, che amalgama italiano e siciliano con fluidità, mostrando una maturazione rispetto al precedente “Pelleossa”.
Il racconto inedito “Recisioni affrettate” di Fabrizio Matetich narra la separazione tra Carlo e Ale, simboleggiata dalla disputa su un armadio, che diventa il fulcro di un conflitto di oggetti e sentimenti. Lo stile asciutto e l’uso sapiente delle descrizioni culminano in un finale circolare e suggestivo, con i due protagonisti chiusi nell’armadio.
Questo racconto, insieme agli altri finalisti della sezione inediti, è stato pubblicato nel volume “Nell’armadio”, curato da Elisabetta Putini, ideatrice, curatrice e presentatrice del Premio. Il volume è stato offerto ai vincitori e al premio dalla Gambini Editore, sponsor del Premio insieme alla società IdeaRe.
La cerimonia di premiazione si è tenuta nella suggestiva piazza del borgo medievale, con la sua splendida Collegiata romanica. La serata è stata arricchita da un intermezzo musicale con due arie di Puccini interpretate in chiave jazz da Cinzia Tedesco e si è conclusa dopo cena con l’Ensemble Egocentrique che ha proposto cover di Franco Battiato.
Attorno all’evento principale, si sono svolti diversi appuntamenti, tra cui la presentazione del volume “Passioni” (Pensa Ed.), una raccolta di saggi sul tema curata da Stefania Aurigemma e una lezione magistrale di Ilaria Rossetti su “Parola e pensiero”, nell’ambito del progetto “Cantiere della lettura”, interamente finanziato dal Cepel (Centro per il Libro e la Lettura).