Narni. Il racconto di un anno di pandemia sulla rete. Il regista Paolo Gazzara, replica ed aggiorna. Andrà in onda il 9 marzo. E’ diventata, purtroppo, anche un argomento teatrale. E poi c’è da ricordare una data, il 9 marzo quando l’Italia sprofondò nel lockdown a causa della pandemia. A rimettere in ordine i ricordi ci ha pensato Paolo Gazzara, regista e narnese d’adozione con la sua “Testimonianze dal contagio”, una drammaturgia che parla dei drammi che hanno afflitto l’umanità dai tempi più antichi fino ai nostri giorni. Il lavoro, realizzato in gran parte in streaming, richiama una lettura drammatica tenuta al Teatro Manini nel settembre scorso, durante il Festival delle Arti del Medioevo, al termine di uno stage tenuto proprio dal regista Gazzara. Visto il successo dello spettacolo ed il drammatico e prolungato protrarsi della pandemia, si è ritenuto che l’iniziativa potesse essere non soltanto replicata, ma soprattutto esportata in streaming al grande pubblico, invitato a condividere riflessioni ed emozioni sull’esperienza che tutto il mondo sta vivendo. E così la lettura – spettacolo è diventata l’occasione per sperimentare un nuovo linguaggio, fatto di teatro e di testimonianze rivissute in streaming da tutti i lettori – interpreti. Il video, che verrà trasmesso alle 21 sulla pagina facebook, sul canale youtube e sul sito ufficiale della Corsa all’Anello, utilizza brani tratti da opere letterarie di Manzoni, Boccaccio, Camus, Saramago, Sontag, Aleksievic e Mastrocola. Le musiche originali sono di Francesco Gazzara.
“Tra le numerose interessanti esperienze di teatro e di televisione che ho avuto occasione di vivere – ha commentato Paolo Gazzara – questa lettura drammatica sulla calamità del contagio è certamente tra quelle che più mi hanno coinvolto. Non soltanto per le ovvie ragioni legate al drammatico tema della pandemia, ma anche perché, facendo ‘di necessità virtù’, come spesso accade, confesso di essermi lasciato coinvolgere con piacere dalla forte tentazione dello streaming. Scelta obbligata si dirà, dati i tristi eventi del lockdown e della interminabile lunga notte dei teatri. Ma anche imprevista opportunità per sperimentare un linguaggio nuovo, nel quale teatro e online potessero alternarsi e confrontarsi, e fondersi e confondersi tra loro: con effetti suggestivi oltre che in gran parte imprevedibili. Da questa pretesa – ha aggiunto – è nato il nostro ‘Testimonianze dal contagio’. La differenza sostanziale tra il linguaggio teatrale e quello, più diretto e più intimo, della comunicazione in streaming, non impedisce che si formi un rapporto intenso tra ciò che va in scena su un palcoscenico e ciò che l’attore tiene per sé, nella sua verità più personale, più indicibile, rivissuta da lui solo nel chiuso della sua casa e trasmesso via etere, senza enfasi e senza finzioni. E voglio elogiare – ha concluso – senza riserve i miei interpreti per aver saputo accostare alla recitazione attoriale una “non recitazione”, una spontaneità di accenti che davvero costituisce una prova d’attore quasi inedita. E di forte qualità comunicativa”.