Giustizia ma anche la consolazione che la morte della loro cara non sia stata del tutto vana.
Sono questi gli obiettivi della battaglia intrapresa dai familiari di Marisa Virgili, la 79enne di Terni investita in viale Benedetto Brin da un’auto di grossa cilindrata mentre attraversava a piedi la strada sulle strisce pedonali il 15 luglio, poco prima delle 9 del mattino, e spirata dopo 4 giorni di agonia, il 18 luglio, in ospedale dov’era stata trasportata in condizioni disperate: troppo gravi i politraumi riportati nell’impatto con una pesante Jeep Grand Cherokee. Ad assisterli lo Studio3A-Valore, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini.
Il Pubblico Ministero della Procura di Terni Marco Stramaglia ha subito aperto un procedimento penale per il reato di omicidio stradale indagando la conducente del fuoristrada, una 48enne di Terni.
I funerali di Marisa Virgili saranno celebrati sabato 24 luglio alle 10.30, nella chiesa di Sant’Antonio.
La morte della signora Marisa ha scosso profondamente tutta la città ed è diventata anche un caso politico, ridando fiato e voce alle proteste che vanno avanti da anni da parte di cittadini e negozianti per la pericolosità per l’utenza debole di tante, troppe vie di Terni e di quell’attraversamento pedonale in particolare.
Da qui la decisione dei familiari della vittima di scendere in campo in prima persona e di promuovere, in sua memoria, una raccolta firme per sollecitare la messa in sicurezza di quelle strisce pedonali da parte dell’Amministrazione comunale, sia con interventi “immediati”, come la riparazione delle telecamere dell’impianto di video sorveglianza, risultate non funzionanti in quel punto, sia con opere più “strutturali” come dissuasori, dossi artificiali, cordoli, un attraversamento pedonale rialzato o un semaforo a chiamata per i pedoni, con lo scopo di far ridurre la velocità ai mezzi, che corrono troppo, e di rendere più sicuro il passaggio di chi va a piedi. I moduli per firmare sono già a disposizione presso gli esercizi commerciali della zona.
Il tutto con l’obiettivo che nessuna altra famiglia abbia da piangere ancora un proprio caro su quel viale e, possibilmente, in tutta la città.