Da chi vogliamo cominciare? Forse tra le dichiarazioni ufficiali e trionfanti del dopo Frecciarossa si può cominciare col riferire il parere del sindaco di Perugia, Andrea Romizi, il quale dopo aver ringraziato la presidente Marini per non aver dato peso alle polemiche, nel ricordare un famoso discorso di Mussolini, si è complimentato con lei per “aver tirato diritto”.
Niente non è. D’altra parte il sindaco di Perugia ha un proprio pensiero specifico sull’Umbria e il suo territorio: “Un capoluogo di regione più forte – ha affermato – aiuta tutta la Regione”. E come, no? Se c’è chi dall’alto decide, fa’ e disfa’ puntando sulla propria forza saranno tutti più ricchi e contenti: quelli della Valnerina terremotata, e quelli della colonia ternana; i vassalli di Spoleto, Foligno e Todi e quelli di Orvieto e Città di castello.
A proposito: che dice l’assessore regionale Giuseppe Chianella, ex sindaco di Avigliano? In risposta al gruppo Pd che vuole un consiglio comunale straordinario sul problema dell’Umbria a due velocità Chianella replica che “Non c’è un’Umbria a due velocità ma un’Umbria intera che per ragioni storiche non dispone di collegamenti ferroviari efficienti” e, aggiunge, che da questo punto di vista il Perugino è messo peggio. Sposando ad occhi chiusi la “tesi di Catiuscia” illustrata dalla presidente Marini la quale sostiene – parole sue –che alla fin fine, “Il bacino Trasimeno, Perugia, Assisi raccoglie quasi il 70 per cento degli ingressi turistici di tutta la regione; è sede di due università ed è la città dove convergono molti dei servizi pubblici di interesse regionale e dove è presente anche la maggiore mobilità ‘business’ che riguarda la regione”.
Ah, ecco! Nessun timore per il futuro: l’Umbria non diventerà a due velocità. Lo è già.
Qualcuno dia una gomitata a Chianella, per favore.