Un post su Facebook dell’assessore Enrico Melasecche sulla riconversione a struttura per ospitare parenti di malati ricoverati nell’ospedale di Terni della ex Milizia fa scoppiare la polemica politica. Alla soddisfazione dell’assessore Melasecche, infatti, fanno da contraltare le critiche dei consiglieri regionali Fabio Paparelli (Pd) e Thomas De Luca (5 stelle).
Melasecche nel post di cui stiamo parlando afferma che è stato “risolto, a Terni, il problema dell’ex Milizia”. Ripercorre la vicenda e sostiene ancora:
“È quindi con particolare soddisfazione, quale assessore della giunta Tesei, che ho portato in approvazione il 31 dicembre scorso la proposta che utilizza 5 milioni di € di fondi europei, per trasformare finalmente quel volume inanimato, l’ex milizia, dal fallimento delle cellule staminali alla palazzina per ospitare le famiglie dei ricoverati in Ospedale, su cui in questi due anni abbiamo subito attacchi inverecondi proprio dai responsabili di quelle scelte avventate che crearono le basi del dissesto esploso qualche anno dopo.
Quindi oggi passiamo da un problema cristallizzato ad una grande risorsa dall’alto valore sociale, funzionale e simbolico integrando quella struttura con quello che sarà il nuovo Ospedale di Terni.”
A Melasecche rispondono Paparelli e De Luca.
Avevamo proposto – sostiene Paparelli di “realizzare a Terni, nella struttura denominata ex Milizia di proprietà di Ater, un centro esclusivo di cura e isolamento dei malati covid- 19: è quanto avevamo proposto alla Giunta regionale attraverso una mozione presentata già nell’aprile 2020. Oggi apprendiamo con stupore che oltre ad aver disatteso questo impegno, la Giunta Tesei spenderà altre importanti risorse pubbliche, si parla addirittura di svariati milioni, per realizzare proprio su quell’immobile un dormitorio di dubbia utilità. Con un investimento minimo – aggiunge – quel presidio poteva essere già stato realizzato presso l’ex Milizia di Terni, già Centro per le Staminali attrezzato e ormai dismesso, ed avrebbe consentito di alleggerire notevolmente il carico ospedaliero e le terapie intensive. La scelta di realizzarci un albergo pubblico destinato ai familiari dei degenti ricoverati presso l’ospedale di Terni è la pietra tombale che viene messa con incomprensibile giubilo, e posata su un progetto che avrebbe evitato la spoliazione continua di strumentazioni e risorse umane di vari ospedali territoriali e impedito un vero e proprio accanimento sul personale sanitario stremato dall’emergenza e dai continui spostamenti. Se fosse confermata la notizia che l’intervento di trasformazione dell’Ex Milizia in struttura di accoglienza per i parenti dei malati ricoverati arriverà a costare 5 milioni di euro, quando nel resto del Paese le aziende sanitarie sottoscrivono convenzioni con le strutture alberghiere che si trovano nelle vicinanze, ciò rappresenterebbe un nuovo caso di mala-gestione della cosa pubblica, dopo il caso dell’Ospedale da campo costato oltre 4 milioni di euro e di fatto inutilizzato e inutilizzabile.
Ci auguriamo che su questo spreco di denaro pubblico le autorità competenti facciano al più presto chiarezza”
Secondo De Luca, invece “Quello che doveva essere il centro di ricerca delle cellule staminali dovrebbe praticamente diventare un ostello, non si sa bene gestito come e a spese di chi, se dei cittadini o della sanità pubblica. Uno scenario quanto meno assurdo per l’ex Milizia, sia dal punto di vista della gestione sanitaria che sotto il profilo economico, considerando i costi necessari a riconvertire in dormitorio una struttura che tra utenze e bollette costa 25.000 euro all’anno. Dopo i milioni di euro buttati per l’ospedale da campo e per i moduli prefabbricati di Arcuri, sarebbe altro spreco di denaro pubblico per trasformare in un ostello quella che al momento è una cattedrale nel deserto. Una vergogna senza fine per la struttura che doveva essere centro di ricerca per le cellule staminali. E’ così che la giunta regionale pensa di risolvere l’emergenza Covid? Togliendo posti letto agli ospedali di Spoleto e Branca, riproponendo soluzioni già note e già contestate nei mesi scorsi dai cittadini. Tutto questo – aggiunge De Luca – mentre il tracciamento è ormai saltato e i contagiati sono costretti alla sorveglianza “fai da te” senza neanche essere presi in carico dal servizio sanitario. Tamponi che non ci sono, medici di famiglia lasciati allo sbando, genitori che a due giorni dalla riapertura delle scuole non hanno idea di come comportarsi per garantire la didattica in presenza e in sicurezza ai propri figli. Negli ospedali umbri interi reparti stanno per essere chiusi per l’ennesima riconversione Covid. E una struttura adeguata come l’ex Milizia viene trasformata in un ostello? Ci chiediamo cosa avrebbero detto e fatto i partiti di centrodestra, attuale maggioranza in Umbria, se fossero stati all’opposizione di fronte a una simile gestione. Ma soprattutto, coloro che si riempiono la bocca parlando sempre di ‘visione’ quale futuro riservano ad una struttura che potrebbe essere riconvertita in un centro di ricerca in ottica Irccs o per altri progetti con l’Università e che viene invece adibita a dormitorio?”