Al termine del rito religioso l’urna contenente le reliquie di San Valentino è stata riportata in processione nella sua Basilica.
Una processione che si è snodata lungo le vie della centro, seguendo il percorso: piazza Duomo, via Aminale, corso del Popolo. Come di consueto, infatti, “San Valentino” è stato fatto passare sotto il luogo simbolo della città, Palazzo Spada.
Poi la processione ha attraversato piazza Ridolfi, piazza Europa, via Garibaldi, la rotonda Filipponi, via Piave, la rotonda M.L.King, strada delle Grazie, via fratelli Cervi, via G.M. Serrati, via San Valentino, via papa Zaccaria, per approdare, infine, nella basilica.
In processione, insieme al vescovo Soddu anche la presidente della giunta regionale Donatella Tesei che ha anche assistito al pontificale, vicina al prefetto di Terni, Emilio Dario Sensi. La presidente della provincia di Terni Laura Pernazza era vicina al sindaco di Terni Leonardo Latini. Tra i presenti abbiamo scorso la senatrice Valeria Alessandrini, l’onorevole Raffaele Nevi, l’assessore regionale Paola Agabiti, i consiglieri regionali Eleonora Pace e Daniele Carissimi, l’assessore comunale Cristiano Ceccotti, autorità civili e militari.
Sul sagrato della Basilica di San Valentino c’è stato il saluto del presidente dell’Azione Cattolica di Terni Luca Diotallevi che ha evidenziato l’insegnamento della Chiesa nel tenere in grande considerazione il bene comune: «Volere il bene comune e adoperarsi per esso è esigenza di giustizia e di carità. Impegnarsi per il bene comune è prendersi cura e avvalersi di quel complesso di istituzioni che strutturano giuridicamente, civilmente, politicamente, culturalmente il vivere sociale, che in tal modo prende forma di Città. E allora sì – ha detto Diotallevi – che strade e muri, fogne, piazze e negozi, scuole, fabbriche, carte, leggi e bolli, urne elettorali e ‘poltrone’, vigili, poliziotti e carabinieri, soldi e libri, cemento, ferro, legno, vernice e inchiostro possono diventare sostanza d’amore. Lo possono, se diventano la materia di una Città libera, aperta ed inclusiva, lo possono quando sono mosse e incontrano fame e lacrime, solitudine e dolore, talenti in cerca di espressione e istanze di libertà e di diritto».
Quindi la preghiera a San Valentino, per la città, per i lavoratori, per la città sia luogo di confronto intellettuale rigoroso, franco, gentile e paziente. “Valentino, intercedi perché anche noi, come te, se necessario, abbiamo la forza di combattere senza riserve e senza paure contro ogni potere che facendosi assoluto e sovrano tenti di trasformare la Città, la nostra città o un’altra città, in una Babilonia di oppressione e conformismo e perché non dimentichiamo mai che chi è cittadino o cittadina di una città, è cittadino o cittadina di ogni città”.
E’ seguita la benedizione finale del vescovo Francesco Antonio Soddu che ha donato alla basilica di San Valentino un anello episcopale dono di una famiglia di Sassari come successore del vescovo Valentino. L’urna è stata quindi riposta all’interno della basilica alla venerazione dei fedeli.
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