“Le imprese dei servizi di ristorazione sono tra quelle più danneggiate dagli interventi del Governo per contrastare la pandemia.”
Lo afferma in una nota Confartigianato Terni.
“Queste imprese infatti prima sono state obbligate alla chiusura, poi hanno potuto riaprire, ma con gravissime limitazioni nell’utilizzo dello spazio interno. Per evitare le chiusure generalizzate delle attività con le conseguenti perdite di posti di lavoro, è stato consentito loro di aumentare l’utilizzo degli spazi pubblici esterni tramite procedure semplificate di occupazione e la esenzione dall’imposta di occupazione di suolo pubblico, nel frattempo trasformata in ‘canone unico’. Baristi, ristoratori e attività connesse quindi per poter continuare a svolgere il proprio lavoro (comunque in modo fortemente ridotto), hanno dovuto anche affrontare investimenti per allestire nuovi spazi esterni con arredi e attrezzature. Dal 1° aprile, salvo interventi normativi dell’ultimo minuto legati ad una eventuale proroga dello stato di emergenza, baristi, ristoratori e attività connesse dovranno, o rinunciare agli spazi esterni oppure sopportare un salasso molto rilevante per il canone unico, in una situazione in cui le conseguenze economiche negative della pandemia non sono ancora superate ed è sopraggiunta l’impennata dell’inflazione.
Alcuni Comuni tramite interventi propri sono già intervenuti per impedire una nuova crisi delle imprese della ristorazione, non ancora il Comune di Terni.
Chiediamo che il Comune di Terni proroghi almeno fino al 31/12/2022 la gratuità delle occupazioni di suolo per queste categorie di imprese, che a Terni non sono in condizione di affrontare nuovi aumenti dei costi.
Le occupazioni di suolo pubblico – sostiene l’associazione di categoria – possono costituire una leva permanente molto efficace di promozione dell’economia locale, sostegno dell’occupazione e rigenerazione urbana. Il maggiore utilizzo del suolo pubblico per questi fini in questi due anni non ha creato alcun particolare problema di viabilità e ha favorito l’economia e la vivibilità. Gli investimenti che sono stati fatti, se il Comune interverrà positivamente, invece di essere dismessi possono essere utilmente mantenuti in modo da determinare un effetto leva positivo in modo stabile nei periodi futuri, che si auspica siano di ritorno alla normalità.”