Molte nubi sul futuro di Savit, azienda metalmeccanica, controllata da Busitalia, a totale capitale pubblico, che si occupa delle manutenzioni degli autobus del trasporto pubblico locale in Umbria. Con i suoi circa 90 dipendenti, la maggior parte dei quali (43) concentrati nella sede principale di Terni dove ha anche la sede legale, Savit è oggi una realtà regionale con proiezioni di carattere nazionale e possibilità di ulteriore espansione in Italia, al Nord come al Sud.
“La riorganizzazione del Tpl annunciata dalla Regione Umbria rischia di azzerare anni di crescita e consolidamento di questa importante realtà industriale – hanno spiegato oggi in una conferenza stampa Alessandro Rampiconi, segretario generale della Fiom Cgil di Terni, e Marco Bizzarri, segretario generale della Fiom Cgil di Perugia – infatti, lo spacchettamento in quattro lotti porterebbe come conseguenza quasi certa lo spostamento della sede legale dell’azienda da Terni, con una grave perdita per il territorio. Oltre a questo – hanno spiegato i sindacalisti – nell’eventuale passaggio dei lavoratori, attualmente inquadrati in gran parte con contratto metalmeccanico, da Busitalia alle nuove aziende appaltatrici, ci sarebbe il rischio concreto di un peggioramento sostanziale delle loro condizioni lavorative, visto che buona parte delle attività attualmente svolte dall’azienda potrebbero venire meno, a causa delle economie e delle razionalizzazioni che le aziende vincitrici andrebbero necessariamente a fare in futuro”. Si potrebbe, dunque, perdere forza lavoro.
La Fiom sottolinea, dunque, che non basta garantire il passaggio delle attuali maestranze, con contratto degli autoferrotranvieri (Ccnl che di per sé offre certamente ampie garanzie), ma è necessario avviare una trattativa sindacale approfondita su profili professionali, orari e organizzazione del lavoro che si potrà aprire solo dopo l’eventuale passaggio alle nuove realtà aziendali che si aggiudicheranno l’appalto.
“Nel frattempo abbiamo chiesto, senza esito, un confronto con l’assessore (ai Trasporti, Enrico Melasecche ndr) , che per ora ha escluso la Cgil da qualsiasi tavolo politico – hanno aggiunto Rampiconi e Bizzarri – per chiedere conto di decisioni che rischiano di penalizzare fortemente la nostra regione ed in particolare il territorio ternano e per sollevare anche un’ulteriore questione, che sembra dimenticata, quella dei lavoratori dell’appalto pulimento e rifornimento, che allo stato attuale non sono coperti dalla clausola sociale”.
“Come Fiom – hanno concluso i due segretari provinciali Bizzarri e Rampiconi – anche in vista delle elezioni comunali che interessano la città di Terni, sollecitiamo tutti i soggetti politici ad alzare l’attenzione sulla possibile perdita di una realtà industriale fondamentale per il territorio come Savit, che avrebbe conseguenze drammatiche per il territorio”.
Sulla situazione alla Savit è intervenuto il capogruppo a Palazzo Spada del Partito Democratico, Francesco Filipponi.
“Facciamo nostra la preoccupazione per la Savit – scrive Filipponi – ed in particolare per i quaranta lavoratori su novanta dipendenti coinvolti, che lavorano a Terni. Al prossimo consiglio comunale utile presenteremo un atto di indirizzo per chiedere la salvaguardia dell’azienda, della sede legale ternana e dei lavoratori. Riteniamo che il grido d’allarme sindacale sul rischio di azzerare anni di crescita e consolidamento di questa importante realtà industriale sia assolutamente fondato. La riorganizzazione del trasporto pubblico locale annunciata dalla Regione Umbria, sulla quale ci siamo più volte espressi contrariamente, con lo spacchettamento in quattro lotti causerebbe probabilmente lo spostamento della sede legale dell’azienda da Terni, con una grave perdita per il territorio. Ci batteremo – conclude Filipponi – affinché ciò non accada”.