L’arrivo di un soggetto pericoloso ha provocato l’ennesimo problema nel carcere di Terni.
Il detenuto, infatti, proveniente dal carcere di Livorno, ha distrutto la sua cella, poi ha sputato e ingiuriato gli agenti della polizia penitenziaria intervenuti.
Quando sembrava fosse tornata la calma il detenuto ha dato fuoco alla cella creando il panico all’interno della semisezione di prima accoglienza. Sono rimasti intossicati dal fumo alcuni agenti.
Sull’ennesimo episodio critico che si è verificato all’interno del carcere di Terni interviene con un comunicato la FP-Cgil
IL COMUNICATO DELLA FP-CGIL POLIZIA PENITENZIARIA
La casa circondariale di Terni soffre da anni di una grave carenza di personale di polizia penitenziaria. Negli ultimi anni è stato, inoltre, segnalato da questa O.S. una cattiva gestione dei trasferimenti dei detenuti da parte del Provveditorato di Firenze e del Dipartimento che continuano a inviare a Terni soggetti pericolosi. Più volte abbiamo segnalato che la popolazione detenuta in questo Istituto non solo è evidentemente problematica, ma assolutamente sproporzionata rispetto al personale effettivamente operativo. 530 detenuti a fronte di 200 poliziotti, un rapporto difficilmente rinvenibile nell’intero panorama nazionale. Per venire ai recenti avvenimenti ricordiamo che a seguito della recente rivolta del 16 ottobre, contrariamente a quanto pubblicato da alcune testate su indicazione dell’amministrazione, non tutti gli artefici dei disordini sono stati trasferiti ne restano ancora almeno 5. Ma nella cattiva gestione la realtà supera la fantasia. E ora ci spieghiamo. Sul fronte personale sono stati assegnati 7 ispettori ma trasferiti ad altra sede in 5 e 2 prossimi al pensionamento, quindi saldo pari a zero. Si segnala, ulteriormente, che anche un agente è stato trasferito nell’ambito di una mobilità straordinaria; senza dimenticare che nell’ultima mobilità sono giunti meno della metà dei poliziotti attesi in quanto gli altri assegnati a vario titolo in altre sedi (legge 104, mandato elettorale, distacchi ministeriali, ecc.). In parole povere dal punto di vista amministrativo il DAP invia personale ma gli uomini non arrivano. Peggio sul versante detenuti, non solo non trasferiscono quei soggetti segnalati ed indesiderati ma continuano a mandarne di facinorosi. L’ennesimo episodio di cattiva gestione da parte del Provveditorato è avvenuto oggi.
Se fossimo in ambito pubblico si potrebbe parlare di una gestione fallimentare. Per cui continuiamo a chiedere seri interventi su questo Istituto e indirizzati sia sull’aumento del personale effettivo e non a chiacchiere sia sulla consistente diminuzione dei detenuti presenti. Chiediamo, ancora, che la Direzione ed i vertici dell’Istituto ternano “battano i pugni sul tavolo” e la finiscano di mettersi sempre e comunque a disposizione dei superiori uffici. Tutto questo a garanzia dei lavoratori e per evitare rischi alla sicurezza sociale dei cittadini e delle donne e uomini della Penitenziaria. Senza positivo riscontro ci attiveremo con ulteriori iniziative.