Dal 27 febbraio al 4 marzo al Palasì in piazza della Repubblica a Terni, nell’ambito delle Manifestazioni Valentiniane, sarà allestita la mostra “Tu sei un valore” sull’esperienza del Meeting Point di Kampala in Uganda. L’inaugurazione, alle ore 17.30, vedrà la presenza del curatore Matteo Severgnini rettore dell’Istituto Regina Mundi di Milano, di Rose Bugingye fondatrice Meeting Point International in collegamento streaming da Kampala e di monsignor Francesco Antonio Soddu vescovo di Terni-Narni-Amelia. La mostra è un racconto di fatti, nomi, luoghi: un uomo, un sacerdote brianzolo, fondatore di un movimento cattolico a partire dal 1954; una donna africana nata a Kampala nel 1968 si chiama Rose; una guerra civile tra le più feroci di quelle che insanguinano il continente africano, 1986; l’aids; centinaia di donne vittime degli abusi della guerra; una cava di pietra; un uragano negli Stati Uniti 2005; collane di carta; due scuole e tanti altri volti e sguardi. La mostra racconta la vita quotidiana delle decine di collaboratori di Rose Bugingye, delle migliaia di ugandesi che, attraverso le opere da lei fondate, hanno incontrato una possibilità di riscatto. Tra le opere, rientrano due scuole frequentate ogni anno a Kampala da un migliaio di alunni, due Meeting Points nelle baraccopoli di Naguru e Kireka, sempre nella capitale ugandese, che aiutano ogni giorno centinaia di persone, la scuola di formazione per insegnanti, la Casa che accoglie 63 bambini abbandonati, ma anche la rete di adozioni a distanza che con il supporto di Avsi coinvolge 1459 minori. In particolare, negli slums di Naguru e Kireka vengono accolte quotidianamente decine e decine di donne ammalate di Hiv o di Aids, provenienti dalle esperienze più strazianti. Si tratta di donne che sono state violentate, a volte rapite dai ribelli e, in questi casi, costrette anche ad uccidere e talvolta a mangiare carne umana. A centinaia di quelle donne Rose ha restituito il loro valore, la serenità, addirittura la felicità, mediante il lavoro quotidiano, ma anche con momenti giornalieri di festa, nei quali raccontano nel canto le loro storie drammatiche, in particolare nel brano When I met Rose (quando ho incontrato Rose), ripetendo frequentemente “Now I’m free” (Ora sono libera).