Diciamo che la satira è sacra, questo tanto per sgomberare maldestri tentativi di censura, che può essere corrosiva e fare male ma è satira. Dunque non ci si dovrebbe inalberare più di tanto. Va accettata. Tanto più che è ben specificato #sischerza. Quello però che si può discutere è il fatto che a suggerire “la battuta” sia una istituzione, in questo caso la Galleria Nazionale dell’Umbria, che in una “partnership pubblicizzata” con un sito al 95% dei ternani sconosciuto, annuncia “colto da sindrome di Stendhal nella sala del Perugino, portato d’urgenza a visitare Terni”. E’ una battuta. Chi scrive è ternano, non mi ha sconvolto. Anzi, mi ha fatto anche un po’ ridere. Pensare a questo utente che difronte a così tanta bellezza scivola in uno stato confusionale e viene trasferito a Terni per riprendersi. E’ opportuna? Forse no. Ma è una battuta, è anche specificato. Che acclara senza dubbio il complesso di superiorità dei perugini (che se lo tengano). La reazione a Terni c’è stata, del sindaco Latini, del Partito Democratico e di altri ma, ancora una volta, denuncia (al contrario) un nostro complesso di inferiorità (che va una volta per tutte superato) , se perfino un innocuo post su un sito, ripeto, sconosciuto al 95% dei ternani, è capace di suscitare tale indignazione a così alti livelli. Indignazione che non ci sarebbe stata se la cosa non fosse stata pubblicizzata oltremodo. Chi se ne sarebbe accorto?
PS: e infatti, neanche queste poche righe andavano scritte. E comunque citando uno dei commenti apparsi su Instagram: “Il Perugino avrebbe avuto la Sindrome di Stendhal visitando la Cascata”.