“La storia industriale e manifatturiera di Terni rappresenta un patrimonio fondamentale per l’economia dell’Umbria, un patrimonio collettivo che va tutelato”.
E’ quanto si legge in una nota diffusa da Confindustria Umbria che sottolinea come “Terni ricopra un ruolo importante per l’economia della regione, anche grazie alla concentrazione, accanto alle Piccole e Medie Imprese, di molte multinazionali che hanno una relazione radicata in questo territorio, che rappresentano un valore straordinario legato agli ingenti investimenti programmati per i prossimi anni, alle competenze organizzative e produttive di cui sono portatrici e che dimostrano una grande attenzione alla sostenibilità e alla salvaguardia dei livelli occupazionali”.
Non si capisce questa sottolineatura se non la si interpreta come una presa di distanza da quanto affermato ieri dal sindaco di Terni rispetto alla presenza delle multinazionali a Terni: “Terni deve smettere di aver paura delle multinazionali e di avere questo atteggiamento chino nei loro confronti sennò non saremo solo la pattumiera dell’Umbria – aveva affermato Stefano Bandecchi durante il consiglio comunale di ieri – saremo la pattumiera dell’Italia. Abbiate fede e siate sereni – aveva aggiunto il sindaco – faccio l’imprenditore da anni e ho sempre portato a casa il risultato; ora tutt’un tratto mi viene detto che devo camminare chino, io chino non cammino e non c’è nome che mi debba impressionare, chiunque esso sia. Resterò impressionato solo se porteranno 30 mila posti di lavoro e porteranno dei miliardi veri e cambieranno questa città, allora resterò impressionato oppure se abbineranno anche loro 500/800 mila euro all’anno che io con Terni col cuore ho donato in modo tale da togliere la fame a chi ha fame e la sete a chi ha sete”. Poi rivolgendosi alle opposizioni presenti a Palazzo Spada aveva ancora detto: “sennò voi continuate ad avere il vostro atteggiamento nei confronti delle multinazionali e io avrò il mio, dopo di che me ne assumo tutte le responsabilità e non andrà peggio di come è andata a tutti voi fino ad oggi”.
Parole nette, chiare, come sempre, quelle pronunciate dal sindaco di Terni, niente affatto accondiscendenti nei confronti delle multinazionali che operano nel territorio.
Sulle quali, evidentemente Confindustria ha cercato di smussare. “L’obiettivo – si legge ancora nella nota di Confindustria Umbria – è quello di coniugare la tradizione industriale della città con i temi che ruotano intorno alla sostenibilità. In questa direzione va il progetto Urban Re-generation che, coordinato da Confindustria Umbria, punta a fare dell’area di Terni e Narni il primo distretto industriale d’Italia della sostenibilità, dell’economia circolare e della rigenerazione urbana. L’iniziativa, avviata cinque anni fa, sta raccogliendo e mettendo a sistema le buone pratiche in termini di sostenibilità ambientale e sociale delle aziende associate e vede oggi l’impegno di oltre 40 imprese del territorio”.
L’INVITO ALLA RESPONSABILITA’
“Su temi fondamentali e delicati sul piano sociale ed economico, Confindustria Umbria invita a un confronto che sia guidato da grande senso responsabilità e che tenga conto delle difficoltà dello scenario economico internazionale in cui operano le imprese, su cui pesano ancora gli strascichi della pandemia, gli alti costi delle materie prime e l’incognita dell’approvvigionamento energetico. Terni si trova, inoltre, ad attraversare una fase di transizione particolarmente delicata, tanto da essere ancora annoverata tra le aree di crisi complessa”. E anche qui non si può non scorgere una vicinanza ad Arvedi (e alle difficoltà che sta attraversando Ast) attaccato duramente da Bandecchi ieri.