Sciopero nazionale unitario di 4 ore per tutti i metalmeccanici indetto da Fim, Fiom, Uilm, per lunedì 10 luglio. In provincia di Terni lo sciopero interesserà circa 7000 lavoratori, tra grande industria, piccole e medie imprese e artigianato.
In preparazione dello sciopero c’è stato il volantinaggio della Fiom Cgil di Terni – alla presenza del segretario generale Cgil Terni Claudio Cipolla – davanti ai cancelli di Ast. “Oggi i metalmeccanici di Terni come quelli di tutta Italia e forse ancor di più stanno vivendo una condizione economica e sociale molto delicata – afferma Alessandro Rampiconi, segretario generale della Fiom Cgil di Terni – per questo è necessario rilanciare l’industria, creare nuova occupazione, creare un lavoro più giusto e più equo, soprattutto al tempo delle transizioni che non vanno subite, ma vanno governate, perché diventino vere e proprie opportunità”.
La Fiom rivendica dunque un ruolo molto più importante del pubblico a partire dalle responsabilità del governo ed istituzioni locali.
“A Terni – osserva ancora Rampiconi – solo la filiera del tubo marmitta occupa oltre 1000 lavoratori, per questo da tempo abbia chiesto di ragionare di come riconvertirla, a partire dalle possibili opportunità che offre l’idrogeno verde. Tutelare la buona occupazione significa anche eliminare il lavoro precario, come fatto in Ast con la stabilizzazione di 130 lavoratori somministrati e garantendo stabilità anche ai lavoratori degli appalti, che pur avendo un contratto a tempo indeterminato hanno il futuro incerto fino al rinnovo dell’accordo commerciale con la committente. I quasi 1500 lavoratori del sistema Ast vivono da anni questa condizione – sottolinea il segretario Fiom – e ormai tanti non hanno neanche il contratto metalmeccanico, mentre altri si ritrovano a lavorare in un grande sito siderurgico con un contratto dell’artigianato, fino ad arrivare ai coni d’ombra del sub-appalto”.
Tutto questo assume, in una fase molto delicata del paese, ulteriore complessità.
“Per questo troviamo poco utili le dichiarazioni del sindaco di Terni Stefano Bandecchi, che forse farebbe meglio a convocare le organizzazioni sindacali se vuole un quadro più preciso della situazione – continua Rampiconi – Vogliamo ricordare che il livello di investimenti dichiarati dall’azienda rappresenta un record nella storia del nostro sito siderurgico e che le produzioni di eccellenza sono state più volte dichiarate strategiche dai vari Governi che si sono succeduti. Le questioni legate al costo dell’energia per le aziende energivore sono di competenza esclusiva dell’attuale Governo, che ha l’obbligo di trovare soluzioni sostenibili. L’assenza di politiche industriali ci ha portati in questo stato di cose. Acciai Speciali Terni faccia presto a rappresentare il dettaglio del piano industriale, conclude Rampiconi, tutte le istituzioni nazionali e locali facciano responsabilmente la propria parte. La Fiom insieme alla Fim e alla Uilm si mobilità anche per questo”.