Il “Popolo della famiglia” dell’Umbria” ha inviato una lettera al Prefetto di Terni Giovanni Bruno nella quale chiede che venga cancellata la trascrizione all’anagrafe del bimbo che ha due mamme.
“Riteniamo – scrive il Popolo della famiglia – che questa rappresenti una palese forzatura dell’ordinamento giuridico e amministrativo in vigore, come evidenziato sia nella recente circolare del dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno del 7 luglio 2023, sia dell’ordinanza 23527 della Corte di Cassazione che il 2 agosto 2023 ha confermato l’invalidità della trascrizione dell’atto di nascita di un figlio nel quale era indicata, oltre alla madre biologica, anche quella di intenzione del bambino”.
La lettera si conclude con l’invito al Prefetto di Terni “a mettere in atto tutte le azioni per annullare, nelle parti in contrasto con la legislazione italiana, l’atto di nascita citato”.
Poi in un comunicato stampa lo stesso Popolo della famiglia ribadisce che “È deludente come il sindaco Bandecchi, pur di compiacere ad una cerchia ristretta di associazioni e di interessi particolari, porti avanti azioni con forzature giuridiche ed amministrative, in barba anche ad una recente Circolare del Dipartimento per gli Affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno che ritiene lecito il rifiuto di trascrizione di un atto di nascita estero dove risultano due padri, o due mamme (Circolare che richiamava i contenuti della sentenza della Cedu di Strasburgo dello scorso 22 giugno).
Il bambino in questo caso è nato a Terni, in una situazione dai contorni giuridici ancora più dettagliati e che dimostra come il sindaco ha voluto agire in modo autonomo ed in barba alla legislazione nazionale.
Una iniziativa, quella della trascrizione, che conferma quello che avevamo sempre sospettato in merito all’assenza di veri contenuti politici e programmi di sviluppo che la città invoca e supplica. I cittadini ternani avevano respinto nel 2018 questa deriva politica con l’elezione di Leonardo Latini, un amministratore che non ha mai nascosto il suo sostegno alla famiglia naturale; dopo il polverone di propaganda elettorale di maggio, Terni si accorge che, come Milano, Roma e Firenze, anche il suo sindaco ha i calzini arcobaleno.
Il Popolo della Famiglia chiede l’intervento della Prefettura non perché venga cancellato l’atto di nascita, ma l’incauta trascrizione del sindaco Bandecchi che ha autorizzato uno stato di famiglia non conforme all’ordinamento vigente”.
La replica dell’associazione LGBT, E se domani Terni : ” L’unico commento che ci sentiamo di fare – scrive l’associazione in un post – è che auspichiamo che se il prefetto impugnerà l’atto, alla fine il superiore interesse del bambino, come spesso succede in cassazione, prevarrà. E prevarrà anche sulle loro becere ideologie oscurantiste e portatrici di odio ignorante e pregiudiziale.Dalle ultime elezioni un dato è sicuramente certo. La maggioranza assoluta dei ternani condivide queste politiche di inclusione.E nonostante le inutili polemiche che imperversano in questi giorni, più simili allo stridere di inutili galline che si azzuffano per niente che a un sereno dibattito sul tema, siamo fiduciosi che l’amore che ha fatto nascere Luca lo proteggerà per sempre anche da tutto il vostro odio”.
Sulla vicenda è intervenuto anche l’ex consigliere comunale, Alessandro Gentiletti, sempre molto attivo sul tema dei diritti civili: “Le forze integraliste, rumorosa minoranza di questa città, chiedono al Prefetto di attivarsi per ottenere l’annullamento dell’atto di nascita del bambino figlio di due mamme, redatto dal sindaco di Terni – scrive in un post Gentiletti – Qualsiasi decisione prenderà Sua Eccellenza meriterà rispetto. Certo è che tanto nelle aule giudiziarie quanto nell’opinione pubblica, sarà necessario difendere la decisione del sindaco. Ci sarà bisogno di tutte e tutti, nessuno escluso. Mi auguro che le forze autenticamente progressiste non ci lascino sole e soli ma diano il loro sostegno, passando sopra alle differenze politiche e agiscano in coerenza con l’operato di alcuni loro sindaci in altre parti di Italia. Che tutte e tutti si schierino, fin da subito. Quando sono in ballo i diritti delle persone non si deve guardare in faccia a logiche e a strategie, ma fare fronte comune contro gli unici avversari: quelli che vogliono negarli. Non la maggioranza dei cittadini ternani, che si è pronunciata alle ultime elezioni”.