“Mirko è vivo con Gesù”, così don Alessandro Rossini si rivolge ai famigliari di Mirko Giansanti durante la cerimonia funebre che si è svolta nel pomeriggio in Duomo, cercando di lenire il loro dolore, i genitori, la moglie, il figlio, la sorella. Il duomo, nella circostanza, era gremitissimo di persone, di tanti amici che hanno voluto salutare per l’ultima volta il loro campione e Mirko campione lo è stato davvero. Tanto bravo quanto sfortunato con un destino beffardo che lo ha strappato ai suoi affetti a soli 46 anni. “Mirko ha corso per fare felici gli altri – ha aggiunto don Alessandro – era una persona coraggiosa che aveva capito che la sua vita non si poteva chiudere in un appartamento, confinata nelle pareti domestiche, i suoi orizzonti erano più vasti, la sua aspirazione era molto più grande, nonostante i timori legittimi della mamma, della moglie, del figlio. Questo sogno, a un certo punto si è interrotto perché non siamo fatti per quaggiù – spiega il sacerdote – oggi Gesù gli ha voluto restituire una moto più bella, quella del Paradiso, una moto molto colorata che va alla velocità della luce, che supera le nuvole, che è sospinta dalle ali del vento e adesso lui corre sulle verdi praterie e corre felice anche se certamente volgerà il suo sguardo verso la sua mamma, verso la sua moglie, verso il suo amato figlio, non si dimenticherà di voi. Lui – ha detto ancora don Alessandro – ci ha soltanto preceduto, come precedeva gli altri nella velocità quando era campione nella 125, nella 250, e oggi Gesù gli ha regalato una Yamaha nuova, splendida, lucente, neanche lui se l’aspetta e noi lo sogniamo e lo crediamo correre sulle praterie del cielo”.
Al termine della funzione religiosa ha preso la parola Filippo Conti proprietario del GRT Racing Yamaha del quale Mirko Giansanti era Team Manager.
“In questo mese mezzo in cui le condizioni di Mirko si stavano aggravando il mio pensiero è stato perché proprio lui – ha detto Conti. Mirko è stato una persona che della umiltà, discrezione, onestà e disponibilità ha fatto i baluardi della sua esistenza. Un amico fedele, sincero e leale , sempre pronto a fare grandi cose. Aveva un suo modo di trasmettere amore che solo chi si fosse trovato nella sua stessa frequenza poteva intercettare quanto immenso fosse. Ho esordito con questa domanda, perché lui? Sappiamo bene che la vita sia imprevedibile e a volte anche crudele ma desidererei che quella di Mirko ci facesse riflettere. Mirko ci ha lasciato un enorme insegnamento, cioè cercare di fare nostre le qualità per diventare delle persone migliori. In questo modo Mirko resterà sempre con noi e il suo lascito diventerà un’eredità inestimabile per la nostra vita. Sono sicuro che anche Mirko ne sarebbe orgoglioso”.
Sul sagrato del duomo l’ultimo saluto , il feretro portato a spalla, tra gli applausi e le lacrime, con i tantissimi amici motociclisti che lo attendevano con i motori rombanti e i clacson dispiegati. Lo hanno scortato, nell’ultimo viaggio, fino al cimitero.
Un abbraccio doloroso e commovente. Ciao Mirko.