Un appuntamento che l’Associazione “Amici della Fondazione Spirito-De Felice“ organizza in collaborazione con l’Associazione Italia-Tibet, già presente anche in Umbria e a Terni con varie iniziative nel corso degli ultimi anni.
“All’Occidente piace immaginare un Tibet popolato di asceti pacifici e sorridenti, meditabondi tra le disperate e inaccessibili montagne che circondano il gigantesco altipiano che costituisce quello che un tempo era l’antica nazione Tibetana”, ricorda Claudio Cardelli presidente dell’Ass.Italia-Tibet e uno degli autori del libro.
Le vicende della storia recente ci raccontano di un paese invaso militarmente da una potenza enormemente più forte, la Repubblica popolare cinese, e di un lungo periodo durato quasi 10 anni di impossibile convivenza tra due mondi completamente antitetici. Dal 1950 al 1959 prima della insurrezione di Lhasa che decretò la fine di qualunque speranza per il popolo tibetano e che si risolse con la fuga del Dalai Lama in esilio, si formarono in Tibet movimenti di resistenza armata che, pur nella disponibilità di rudimentali equipaggiamenti e di un numero e normalmente inferiore di uomini, seppero dare del filo da torcere alle truppe cinesi. Di queste vicende poco si è parlato e soprattutto in Italia poco si sa, Ma la storia del “Chu Shi Gang Druk” (Quattro fiumi sei montagne in lingua tibetana) è invece assolutamente degna di essere raccontata e conosciuta. Una storia di disperato eroismo intriso anche di spiritualità e di fedeltà assoluta ad un leader, il Dalai Lama che, dopo un ventennio di ostinata resistenza e di numerosi inflitti attacchi e sabotaggi inflitti all’occupante in cinese, pone fine drammaticamente a questa resistenza eroica facendo pervenire un nastro registrato personalmente su un magnetofono agli ultimi guerriglieri asserragliati nella regione impervia del mustang, nel Nepal settentrionale, e dichiarando di fatto l’inizio della fase nonviolenta della causa Tibetana. I tre autori di questo volume, che in italiano per la prima volta tratta questo straordinariamente suggestivo pezzo della storia del Tibet, ci raccontano appassionatamente le vicende del movimento attraverso testimonianze dirette dei reduci della resistenza, studi approfonditi sulla storia precedente all’invasione cinese del 1950 e una cronaca dei personaggi e degli avvenimenti che dal 1954 arrivano fino al 1972 con la chiusura definitiva della grande e disperata avventura del movimento “Quattro fiumi sei in montagne”.