Ha riscosso un notevole successo di pubblico – e come si suol dire in questi casi, ma a ragione – di critica la mostra di Marco Gerani “Passaggi, paesaggi e presagi” allestita nel laboratorio polifunzionale della biblioteca comunale di Terni a cura di Franco Profili.
L’artista, in questa sua prima esposizione personale, ha presentato quella che è stata la sua ricerca estetica negli ultimi anni, condotta con estrema coerenza e validità di risultati. Sono opere dalla grande carica immaginifica, narrazioni sospese che indagano un universo intimo e al contempo collettivo. È un percorso espositivo fatto di evocazioni e connessioni con uno stile in cui prevale la forza del segno, della materia e del colore.
“Io vengo da una pittura figurativa – spiega Marco Gerani – poi ho cominciato l’astratto per avere una possibilità espressiva molto più ampia. I primi lavori sono paesaggi più urbani, molto geometrici, le linee sono molto più nette, la grafia, le parole, sono la presenza dell’uomo. Poi ho cominciato a considerare altre atmosfere che sono quelle meno riconducibili alla vita quotidiana, per andare su un altro livello che è quello universale. Ho cominciato a inserire la materia come simbolo di qualche cosa che va oltre la nostra percezione fino ad arrivare agli ultimi quadri che hanno atmosfere quasi ancestrali, hanno questo riferimento all’universo che in qualche modo si deve reimpossessare della nostra vita e del mondo, perché sono le uniche regole veramente importanti da tenere in considerazione. E il nostro pensiero Io rappresento con la grafia che si fa sempre più rarefatta”.
“La capacità di Marco è quella di trasformare quello che la storia ci ha concesso negli ultimi 70-80 anni in un qualcosa di assolutamente suo – evidenzia Franco Profili – che possiede un’armonia rara e con presenze anche di materia, di scritture che lui usa in una maniera abbastanza diversa da quello che fanno tanti altri artisti. Le scritture per lui sono dei segni, non decifrabili né leggibili, che raccontano semplicemente la presenza dell’uomo. Presenza che nelle sue opere è però in secondo piano. In questo Marco dichiara anche chiaramente il suo pensiero che mette al primo posto la natura e il paesaggio”.