Sarà inaugurata il 6 dicembre, con apertura al pubblico il 7 dicembre, fino al 7 aprile 2024 la mostra “AMARSI. L’Amore nell’arte da Tiziano a Banksy”, che presenterà una delle versioni più raffinate del dipinto “Venere e Adone” uscito dalla bottega di Tiziano Vecellio, con la supervisione del maestro veneto.
A illustrare il capolavoro, inserendolo all’interno della vicenda artistica di Tiziano, è stato lo storico dell’arte Costantino D’Orazio.
“Con questa opera – ha spiegato D’Orazio – Terni si allinea a città d’arte importanti come Washington, Londra e Oxford, che oggi ospitano lo stesso quadro detenuto dalla Fondazione, con alcune variazioni”.
Il quadro – L’opera raffigura una delle storie più struggenti raccontate da Ovidio nelle Metamorfosi. Venere e Adone vengono raffigurati nel momento del tragico addio, quando la dea cerca disperatamente di fermare il cacciatore che, trascinato dai cani che hanno fiutato il cinghiale sta per separarsi dal mondo divino della dea per tornare in contatto con quello umano, dove troverà la morte. Eros sta dormendo sullo sfondo, Thanatos aspetta Adone nel mondo terreno.
La storia del dipinto è piuttosto avvincente e vede impegnato Tiziano a soddisfare le richieste del re di Spagna Filippo II, al quale giunge la prima versione riconosciuta in quella esposta al Museo del Prado di Madrid. Ma il successo del quadro è talmente grande, che a Tiziano giungono numerosi ordini per la stessa immagine, che l’artista si impegna a realizzare con l’aiuto dei suoi collaboratori.
Oggi lo stesso quadro della Fondazione Carit, con alcune variazioni, è anche presente nelle prestigiose collezioni della National Gallery di Washington, della National Gallery di Londra e dell’Ashmolean Museum di Oxford. Con questo acquisto, quindi, la Fondazione Carit colloca
Terni in un circuito internazionale.
La mostra è curata da Costantino D’Orazio, con la co-curatela e la direzione di Anna Ciccarelli e con la collaborazione di Federica Zalabra, che indaga l’iconografia del sentimento d’amore nella storia, dall’antichità fino al XXI secolo.
“Dopo il successo della mostra su Caravaggio – ha spiegato il presidente Luigi Carlini – la Fondazione riapre le proprie porte al mondo dell’arte. L’arte del resto è uno dei volani che la Fondazione ha individuato per far sì che la città e la comunità possano innalzare il proprio orizzonte. Questa mostra risponde a uno dei temi più importanti della nostra città, quello dell’amore”.