L’ex assessore all’ambiente del comune di Terni Mascia Aniello rilancia le sue accuse nei confronti di Ast e, questa volta, tralascinao la politica, attacca le organizzazioni sindacali che “non vedono e non sentono”, “dovrebbero ben conoscere la natura dei fenomeni immortalati, perché si ripetono costantemente ogni giorno, da anni” e ” è masochistico fingere che nemmeno accada”.
I destini di Terni – ribadisce l’ex assessore – “ sono da sempre diretti da viale Brin e non da Palazzo Spada, visto anche l’ampio codazzo di funzionari pubblici distanti dai loro doveri d’ufficio e proni ai desiderata AST, tra Roma, Perugia e Terni”.
DI MASCIA ANIELLO
Cromo esavalente nelle falde acquifere, nubi tossiche, uno spolveramento clamoroso, una depurazione che metallizza il fiume Nera, la contaminazione alimentare, e ancora altro, denunciato anche dal compianto magistrato Santoloci, certificato dagli Studi Sentieri del Ministero della Sanità, etc. Eppure non basta.
Non intendo più entrare nelle dinamiche della politica, così come respingo quelle sindacali, ma non posso non rilevare come nel 2012, a Taranto, molti rappresentanti dei lavoratori assunsero un contegno identico a quello di chi, qui, oggi, parimenti non vede e non sente quel che accade.
Provo comunque a dare un ultimo aiutino a lor signori, visto che la stessa città di Terni ne parla sottovoce, con la consueta quanto inutile deferenza verso viale Brin: lascio di seguito una delle tante scioccanti immagini in mio possesso, tra fotografie e registrazioni di quanto accade in AST, già consegnate nelle opportune sedi unitamente ad altra mole documentale. Questa immagine non è nemmeno la peggiore, tra ‘nebbia in Valpadana’ e strati di polveri al suolo, del resto ben visibili anche da satellite.
Alcuni dei sindacati, informati per certo dai lavoratori, dovrebbero ben conoscere la natura dei fenomeni immortalati, perché si ripetono costantemente ogni giorno, da anni.
Tutto questo è legale? Io penso il contrario ed è masochistico fingere che nemmeno accada.
Molte immagini furono esaminate dallo stesso Sindaco, che mi ha assicurato interessamento. Nove mesi fa, lui stesso, su mia richiesta, aveva chiesto formalmente ad ARPA e Regione di installare telecamere di sorveglianza delle emissioni fuggitive, che nessuno ha ovviamente mai installato, nonostante numerose sollecitazioni.
Esiste una ‘mano invisibile’ sulla città che ne forza di fatto il governo: i destini di Terni sono da sempre diretti da viale Brin e non da Palazzo Spada, visto anche l’ampio codazzo di funzionari pubblici distanti dai loro doveri d’ufficio e proni ai desiderata AST, tra Roma, Perugia e Terni.
Quel “non dobbiamo farli sentire controllati”, espressione di un ex sindacalista, assessore in carica, conversazione comprovabile in ogni sede dalla sottoscritta, rappresenta d’altronde una forma mentis quanto mai radicata nella classe dirigente. Ma fin quando nei confronti di un’azienda ad altissimo impatto ambientale e sanitario, le relazioni industriali resteranno a un tale stadio di servilismo, non registreremo alcuna evoluzione, alcun progresso, giungendo a un punto di non ritorno dalle conseguenze inevitabilmente disastrose, come dimostra da tempo quanto esposto in premessa: cromo esavalente nelle falde acquifere, nubi tossiche, uno spolveramento clamoroso, una depurazione che metallizza il fiume Nera, la contaminazione alimentare, etc.
Non intendo dilungarmi, perché, da pubblico ufficiale, ho scrupolosamente raccolto episodi di ogni tipo: siamo dinanzi a una questione giudiziaria criminale da aprire e definire il prima possibile.