“Si è recentemente conclusa l’operazione di piantumazione di 44 alberi da parte delle Acciaierie Arvedi-AST, un’iniziativa che, seppur significativa nei suoi intenti, non soddisfa né le richieste avanzate dal Sindaco alla Regione, nel settembre 2023, né gli obiettivi stabiliti nella Determinazione Dirigenziale.
Secondo quanto stabilito in quest’ultimo documento, infatti, la piantumazione avrebbe dovuto creare una barriera verde capace di contribuire a contenere le emissioni diffuse associate alla fase di raffreddamento della scoria bianca, fino al momento di entrata in funzione del capannone (che sarà destinato alla gestione al chiuso della scoria stessa). Tale intervento, unitamente alla modifica del percorso dei mezzi utilizzati per il conferimento della scoria in discarica Valle, all’istallazione dell’impianto lava-ruote per i mezzi in uscita dal magazzino Metal Recovery, all’intensificazione della pulizia delle aree tramite moto-spazzatrice, avrebbe dovuto migliorare la situazione vissuta dai residenti del quartiere Prisciano, mitigando gli impatti ambientali nella zona, che, da oltre trent’anni, è gravemente danneggiata da tale fenomeno. Tuttavia, gli alberi piantati (alti poco più di 2 metri e mezzo ed appartenenti alla specie dei cipressi, con una crescita media annuale di 60-100 cm) non permetteranno la formazione di una barriera efficace prima di 15 anni, nella più rosea delle situazioni”.
È quanto si legge in una nota diffusa nei giorni scorsi dal Comitato di Prisciano-Terni est.
“Per com’è stato realizzato – si legge ancora – si tratta di un intervento che non può essere definito una misura tampone. Siamo consapevoli del fatto che piantare alberi già grandi (che sarebbe stato l’unico modo per avere una barriera verde in maniera immediata) avrebbe richiesto un investimento estremamente oneroso e avrebbe avuto scarse possibilità di successo, considerando i rischi legati all’attecchimento di piante adulte. Tuttavia, proprio per questo motivo, è fuorviante presentare questo intervento come una misura in grado di tamponare le problematiche legate alle polveri presenti nella zona. Un’operazione di questo tipo richiede tempo per sortire effetti tangibili e non risponde di certo alla necessità dei residenti della zona che invece avrebbero bisogno di azioni immediate”.
“La piantumazione – sottolinea inoltre il Comitato – è stata effettuata esclusivamente in corrispondenza del circolo di Prisciano, ignorando il resto del perimetro di Strada della Romita, come invece richiesto dal Sindaco alla Regione nel settembre 2023. Nello specifico, lo stesso sindaco richiedeva che venisse effettuato un intervento specifico di rafforzamento della barriera verde lungo Strada della Romita (lato quartiere Prisciano) in grado di consentire schermature verdi (rampicanti su supporto lineare). Per come è stato realizzato, invece, l’intervento, lascia scoperta più della metà del quartiere che, tra l’altro, risulta essere l’area più colpita dal fenomeno delle polveri.
Di fronte a tale situazione, riteniamo necessario porre, sia al Comune sia alla Regione, le seguenti questioni:
- Perché, a fronte di un problema così urgente ed evidente, l’azione si è fermata ad interventi di “facciata” che non offrono soluzioni immediate?
- Qualcuno ha verificato se l’intervento effettuato dalla Società corrisponda effettivamente a quanto richiesto? Oppure, come già accaduto per il problema vibratorio, si è dato per scontato che la Società abbia adempiuto perfettamente?
- Per quale motivo la zona più critica del quartiere è stata esclusa da questa operazione?
- Quali azioni concrete ed immediate si intendano invece intraprendere per tradurre in realtà gli impegni assunti?
- Come si intende affrontare la mancanza di interventi immediati, sapendo che la barriera verde richiederà un decennio, come minimo, per essere realmente efficace?”