Una lunga lettera per circostanziare i gravi fatti avvenuti nel carcere di Terni lunedì 16 giugno e per chiedere l’immediato sfollamento della sezione H di media sicurezza che ha subito gravi danni durante la rivolta.
La lettera è indirizzata al Capo dipartimento della Amministrazione Penitenziaria Stefano Carmine De Michele, al Provveditore della Toscana e dell’Umbria Gloria Manzelli e al direttore della casa circondariale di Terni, Luca Sardella. A scriverla, il Sappe, ll Sippe, il Sinappe e la FNS Cisl.
Chiediamo ” lo sfollamento immediato della sezione H Media Sicurezza della Casa Circondariale di Terni, in cui lo scorso 16 giugno i detenuti hanno messo in atto una vera e propria rivolta.
Sono già state trasmesse dalla Direzione tutte le relazioni corredate da certificazioni e documentazione fotografica, di quella giornata dove, per futili motivi i poliziotti sono stati ostaggio dei detenuti per diverse ore.
E ‘ostaggi’ non è un modo di dire visto che ci è voluta più di un’ora per liberare il poliziotto addetto alla vigilanza della sezione, chiusosi per fortuna nel box-agenti ma non al sicuro visto che il detenuto che ha iniziato la rivolta stava sfondando i vetri.
Per liberare il collega, una decina di poliziotti hanno riportato contusioni, certificati dalla locale infermeria ed un Vice sovrintendente ha riportato un taglio in testa con una prognosi del Pronto Soccorso di gg.10.
Solo dopo l’arrivo del P.O.R e del G.I.R, unitamente al Personale del quadro permanente di Terni, sono potuti salire in sezione.
Nel frattempo però altri detenuti erano riusciti a forzare il cancello che divide la sezione dalla rotonda e a devastare box-agenti, lanciando i detriti lungo le scale di accesso e allagando le stesse per impedire al personale di salire.
I danneggiamenti hanno riguardato gli ambienti esterni delle camere detentive, iniziando dal sistema di video sorveglianza. Non esistono più impianti elettrici, strappate via anche le plafoniere lasciando tutta la sezione al buio; distrutto l’impianto antincendio, compresi gli idranti distrutti dopo averli utilizzati per allagare rotonda e scale; svuotati gli estintori, rotti l’impianto degli ascensori e del riscaldamento, staccando i termosifoni e lanciandoli per le scale, provocando anche la rottura dei gradini; rotte tutte le finestre delle salette, oltre ai vetri del box-agenti; distrutto il quadro comandi dei cancelli delle camere detentive; lanciati per le scale anche schermi di sorveglianza e pc ed avendo perfino il tempo di lasciare messaggi scritti come ‘Andate a fanculo sbirri’ oltre a messaggi di insulti verso il Comandante del Reparto”.
Dopo questa minuziosa ricostruzione dei fatti, Sappe, Sippe, Sinappe e FNS Cisl sottolineano che “non possono essere garantite le normali misure di ordine e sicurezza, né vi è garanzia delle condizioni di lavoro per l’addetto alla vigilanza della sezione stessa.
Si chiede pertanto l’intervento urgente dei Superiori Uffici per uno sfollamento che, a nostro avviso, per la gravità dei fatti, doveva avvenire nella nottata seguente e si rammenta che il Sig. Provveditore dal momento dell’insediamento, lo scorso primo agosto, non ha mai fatto visita ad un Istituto Umbro e ha causato il sovraffollamento di tutti e quattro gli Istituti di detenuti psichiatrici e di trasferiti per Ordine e Sicurezza.
Terni in particolare, di cui ricordiamo la capienza n. 420 detenuti , è ad oggi a circa 600 di cui 90 assegnati per Ordine e Sicurezza e circa 130 psichiatrici.
Ci preme segnalare che la maggior parte dei trasferimenti sono per sfollamenti degli Istituti Toscani, non ultimo, per lo ‘starnuto’ di un detenuto, per cui Firenze Sollicciano è stato sfollato di 30 unità. Tutti gli sfollamenti della Toscana non hanno a nostro avviso motivazioni tanto gravi quanto questo che chiediamo per la sezione H della Casa Circondariale di Terni.
Ci preme infine ricordare che oltre alla carenza di Personale Terni conta 39 unità distaccate di cui n. 6 nel Ruolo Ispettori, n.3 nel Ruolo Sovrintendenti e n.30 nel Ruolo Agenti/Assistenti”.
Per tutto ciò i sindacati “ritengono sia improponibile lasciare detenuti in una sezione devastata, dove la quasi totalità ha partecipato alla rivolta prima ed al tentativo di forzare i cancelli dei passeggi poi, quando sono stati accompagnati dal Personale per una bonifica della sezione. Lasciare tali detenuti chiusi in una sezione devastata, detenuti che hanno partecipato in massa ai fatti accaduti ed affidarli ad un solo agente costretto a lavorare con una sedia in rotonda, senza luce di notte, senza telefono e col cancello di accesso alla sezione aperto perché divelto dai detenuti durante la rivolta, non è a nostro avviso accettabile”.