Anan Yaeesh, palestinese a processo all’Aquila con l’accusa di terrorismo internazionale, è entrato in sciopero della fame sabato 4 ottobre, in solidarietà con le mobilitazioni italiane per la Palestina e “per denunciare la violazione dei propri diritti”.
Lo si legge in una nota del Comitato Free Anan, movimento spontaneo sorto a difesa del giovane arrestato bel 2024 nel capoluogo abruzzese e di recente trasferito dal carcere di Terni a quello di Melfi (Potenza).
Il nuovo trasferimento, considerato “arbitrario” dai movimenti, lo isola dai difensori – che si trovano a Roma – e dal tribunale dell’Aquila.
“Nel nuovo istituto penitenziario, infatti – viene spiegato nella nota – gli incontri con i legali sono diventati sempre più difficili e rari, rendendo quasi impossibile concordare la strategia difensiva. Nel carcere di Melfi vive in condizioni restrittive, con limitazioni sul cibo e sul materiale personale, compreso il sequestro delle penne per scrivere”.
Il Comitato Free Anan chiede la ricollocazione in una struttura più accessibile, la fine delle misure punitive e il rispetto dei suoi diritti fondamentali. Lo sciopero viene definito “un gesto di resistenza e dignità contro l’ingiustizia”.
Durante la sua reclusione a Terni si sono svolte alcune manifestazioni di solidarietà davanti al carcere, l’ultima domenica 21 settembre.