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E’ stato ucciso , verosimilmente a coltellate, Sandro Bellini, l’uomo scomparso dal 18 maggio scorso e la cui vettura è stata rinvenuta bruciata nei pressi di Marmore, in una zona boschiva.
Questa mattina intorno alle ore 9 i sommozzatori dell’Arma, hanno individuato e recuperato anche il cadavere della vittima, in un tratto del fiume Velino, non distante dal luogo dove era stata ritrovata la macchina.
Come hanno spiegato il procuratore della Repubblica di Terni, Alberto Liguori e il comandante dei carabinieri di Terni, Colonnello Giovanni Capasso, alla base del delitto ci sono motivi passionali. La vittima, infatti, frequentava la ex convivente dell’assassino. I due erano separati ma vivevano ancora sotto lo stesso tetto in un appartamento di via Castello, a Terni.
Ci sono ancora molti punti da chiarire e in proposito decisivi saranno l’autopsia che verrà effettuata, domani mattina, sul corpo della vittima e l’interrogatorio di garanzia cui sarà sottoposto l’uomo arrestato. Si tratta di Andriy Halan, muratore ucraino di 44 anni, da tempo residente a Terni.
Come ha spiegato il comandante Capasso, infatti, un fatto è certo , Bellini, vivo, a Marmore, non ci è mai arrivato. E’ stato dunque ucciso da un’altra parte e poi il suo corpo senza vita gettato nel Velino. Anche sulle modalità dell’omicidio finché non sarà sentito l’assassino , non ci sono certezze anche se il fatto che siano state trovate copiose tracce di sangue su indumenti che appartengono al muratore ucraino fa pensare che Bellini sia stato ucciso a coltellate. Così come, al momento, non è dato di sapere se Halan ha fatto tutto da solo oppure si è avvalso della complicità di altri. Che è anche probabile vista la corporatura sua e quella della vittima, molto più pesante.
Incalzata dai militari la ex convivente di Andry Halan è stata obbligata a far ritrovare gli indumenti che il suo ex aveva provveduto a gettare in un secchio dell’immondizia. I carabinieri di Terni erano in attesa dei risultati delle analisi dei RIS di Roma, risultati che sono arrivati ieri e dai quali sono emerse tracce di DNA sia dell’omicida che della vittima. Si tratta di una maglia e di un paio di pantaloni . A quel punto è scattato l’arrestato del sospettato numero 1. Sospettato che i carabinieri stavano monitorando da giorni.
Il colonnello Capasso ha poi smentito alcune ricostruzioni invitando gli operatori dell’informazione a maggiore cautela: non corrisponde al vero, infatti, che erano state rinvenute tracce di sangue nell’auto della vittima; così come non corrisponde al vero che il telefonino di Bellini aveva agganciato una cella della zona; il telefonino che aveva agganciato la cella di Marmore era quello del sospettato numero 1, e questo è stato il primo indizio che portava ad Andriy Halan.
Il secondo indizio contro Halan è stato rappresentato dai cani molecolari che, per ben due volte, dopo aver fiutato suoi indumenti hanno trovato tracce della sua presenza sul luogo dove era stata ritrovata l’automobile bruciata. Cosa che non era avvenuta per la vittima. I cani molecolari, infatti, hanno trovato tracce della presenza di Bellini solo nei pressi della sua abitazione. Secondo i tecnici dell’Arma ciò significa che, almeno vivo, a Marmore, Bellini non ci è arrivato. Il terzo indizio, la prova regina che ha incastrato definitivamente Andriy Halan, è stato rappresentato dalle tracce di DNA sue e della vittima sugli stessi indumenti. Un quadro accusatorio “robusto” lo ha definito il procuratore Alberto Liguori.
IL MOVENTE
Per gli inquirenti i dubbi sono pochi. La molla che ha fatto scattare la furia omicida in Andry Halan è stata la gelosia. Alla base del delitto ci sarebbero, dunque, motivi passionali. Evidentemente l’arrestato ha maturato, nel tempo, una rabbia sorda nei confronti dell’uomo che stava frequentando la sua ex, al punto da indurlo ad ucciderlo.
IL RECUPERO DEL CORPO DI SANDRO BELLINI
Il colonnello Capasso era fiducioso sul rinvenimento del corpo della vittima. tanto che, ieri, aveva deciso di non far partire i sommozzatori dell’Arma, venuti a Terni da Genova. L’ottimismo del comandante dei carabinieri di Terni ha trovato conferma questa mattina. Infatti, poco prima dell’inizio della conferenza stampa, i militari sul posto informavano il loro comandante dell’avvenuto ritrovamento del corpo della vittima. “In questa triste vicenda – ha detto il colonnello Capasso – siamo quanto meno lieti di poter restituire il corpo alla famiglia per una degna sepoltura”.