Umbria al top, in Italia, nella crescita dell’occupazione. Dopo la fase di stallo registrata nel 2014, è infatti iniziata – dallo scorso anno – una importante crescita che ha consentito all’Umbria di riportarsi ai livelli delle regioni del Centro-Nord. A dirlo sono gli ultimi dati Istat dai quali emerge come l’occupazione umbra abbia toccato, nel IV quadrimestre 2015, quota 368.000, ben 13.000 unità al di sopra del livello dell’analogo trimestre del 2014, con una crescita di 7.000 unità rispetto al precedente trimestre. Per l’Umbria, si tratta, in pratica, di un balzo in avanti del 3,6%, la crescita più elevata del Paese subito dopo la Sicilia (+3,7%) ben superiore alla media nazionale (+0,8%), nonché delle regioni centrali (+0,8%) e del nord del Paese (+0,6%). L’aumento è stato prodotto per 2/3 dal settore terziario (+9.000), con un significativo incremento occupazionale dell’industria manifatturiera (+4.000 unità). Positivi, e non poteva essere altrimenti, i commenti della Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e del vice (nonché assessore allo sviluppo economico) Fabio Paparelli, che hanno ricordato come la Regione sia da tempo impegnata a consolidare questi dati con nuove misure di intervento sul versante dello sviluppo imprenditoriale e di sostegno all’occupazione. “In particolare – hanno aggiunto i due amministratori – attraverso una nuova legge sul lavoro che, a seguito di un confronto di merito con le associazioni di categoria datoriali e sindacali, metterà in campo gli strumenti più idonei ad una revisione della normativa sugli apprendimenti ed in particolare sul sistema formativo”.
Tornando ai dati c’è da registrare che grazie a questa crescita il tasso di occupazione umbro è così risalito al 64,4% (+2,2 punti) facendo registrare la crescita più marcata del Paese dopo la Liguria (+2,3%) che ora supera nettamente il dato medio nazionale (56,6%) e delle regioni centrali (61,9%) posizionandosi a soli 8 decimi dalla media del nord del paese (65,2%).
Il dato medio del 2015 invece parla di un incremento di + 11000 unità per l’occupazione (360.000) e -2000 per la disoccupazione (42.000) con una variazione rispetto al 2014 del +3,1% per l’occupazione e -5,9% per la disoccupazione.
A fronte di tale forte crescita la disoccupazione è ridiscesa a quota 42.000, 7.000 in meno, rispetto al IV trimestre del 2014 con un tasso di disoccupazione che è passato dal 12,2% al 10,3%, un valore ancora più che doppio rispetto a quello che si registrava prima della crisi ma che torna ad essere inferiore alla media della ripartizione di appartenenza (10,6%) e che riduce le distanze dal dato medio del nord del paese (8,2%).
Il dato sulla inattività della popolazione umbra cala ulteriormente (da 162.000 a 155.000) confermandosi tra le più contenute del paese (28%, -1 punto rispetto al 2014); ma quello che è ancora più rilevante è che a calare tra gli inattivi sono le forze di lavoro potenziali (da 33.000 a 27.000) con conseguente forte calo del numero dei potenzialmente impiegabili (disoccupati e forze di lavoro potenziali) che scende così da 82.000 a 69.000 pari al 15,8% (-3 punti) delle forze di lavoro reali e potenziali della nostra regione, un dato ora più vicino alla media del nord (13,7%) che a quella del centro (18%). Nel IV trimestre a migliorare è in particolare la condizione occupazionale degli uomini che nell’arco della crisi era stata particolarmente colpita. Considerando l’intero 2015 segna un significativo incremento (+4000) l’occupazione femminile più contenuto rispetto a quello registrato per gli uomini (+7000).