La terza edizione del Rapporto Bes ha preso in considerazione dodici parametri: salute dei cittadini, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione, qualità dei servizi. Ne emerge una provincia dove la capacità di innovazione delle imprese è molto al di sotto della media nazionale, dove la condizione femminile nel mercato del lavoro è particolarmente svantaggiata, ma dove è forte l’impegno delle istituzioni no profit e dove la produzione di energia da fonti rinnovabili è il triplo del dato nazionale. Nella provincia di Terni la speranza di vita alla nascita è lievemente inferiore rispetto a quella regionale. Il tasso di mortalità per tumore in età adulta è più contenuto rispetto al valore registrato in Umbria e nel Paese. Il 9,1% dei giovani ternani, da 18 a 24 anni, abbandona gli studi prima di conseguire un livello di istruzione secondario e senza essere inserito in un programma di formazione professionale. Tale quota è in linea con quella media regionale e si attesta su livelli decisamente inferiori a quelli riscontrati per il complesso del Paese. La mancata partecipazione al lavoro è superiore tra le donne rispetto agli uomini con una differenza che, nella provincia, risulta più elevata rispetto sia a quella nazionale che regionale. Il reddito lordo disponibile per famiglie a Terni è di molto inferiore (35.704) alla media regionale (40.702) La differenza di genere nei livelli retributivi indica uno svantaggio delle lavoratrici che nella provincia risulta superiore sia a quello regionale che nazionale. Emerge una presenza di volontari per 100 abitanti del 16,8% mentre la media italiana indica la presenza di 10,3 volontari ogni 100 abitanti. Anche l’incidenza di istituzioni non profit sul territorio è superiore a quella nazionale, ma inferiore rispetto alla media regionale. Le amministrazioni locali della provincia presentano, sia per le donne che per i giovani con meno di quarant’anni, un’inclusività inferiore alla media regionale. La percentuale delle donne nelle istituzioni è pari al 23,6%, oltre cinque punti percentuali in meno rispetto al dato regionale e tre punti in meno rispetto a quello nazionale. Il 32,7% degli amministratori comunali ha meno di quarant’anni, in tutta la regione sono il 35,8%. La provincia presenta tassi di criminalità inferiori a quelli medi regionali e nazionali. La presenza di aree verdi e di parchi urbani di interesse storico o artistico nel territorio provinciale è pari a 3,6%, risultando inferiore di oltre un punto percentuale sia al dato regionale sia a quello nazionale. In relazione alla qualità dell’aria la frequenza di superamento giornaliero dei limiti delle polveri sottili risulta essere di 63 giorni nel 2013, superiore rispetto a quella del complesso dei comuni italiani capoluogo di provincia. In relazione al tema della sostenibilità ambientale la provincia registra, rispetto alla media italiana, una più elevata quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, circa tre volte il dato nazionale, mentre la densità delle piste ciclabili del comune capoluogo è meno della metà di quella registrata nel complesso del Paese. La propensione generale alla brevettazione è molto più bassa che nel resto del Paese, quasi nulla nei settori innovativi o a più alto contenuto tecnologico. Nel territorio provinciale, la quota di imprese attive nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e nei servizi ad alta intensità di conoscenza è in linea con quella registrata a livello nazionale e regionale. Per quanto concerne gli indicatori relativi ai servizi socio-sanitari, emerge che l’offerta ospedaliera non soddisfa sufficientemente l’utenza di riferimento territoriale dal momento che l’11% dei ricoverati si rivolge a strutture sanitarie di altre regioni mentre in Italia tale percentuale è pari al 6,3%. La quota di bambini con meno di 2 anni che usufruisce dei servizi per l’infanzia è in linea con quella nazionale ma inferiore di circa quattro punti percentuali rispetto a quella regionale.