Comunicato congiunto del senatore Stefano Lucidi e del consigliere regionale Andrea Liberati, Movimento 5 stelle, molto critici nei confrontidi Acciai Speciali Terni.
“È abbastanza singolare che un soggetto privato,una multinazionale, possa da un lato fare impresa sul territorio e ricavare utili, mentre dall’altro ricorrere costantemente a fondi pubblici, attingendo a risorse messe a disposizione dalla comunità, e contemporaneamente non avere a cura del livello di degrado ambientale indotto sulla comunità e sul territorio stesso.
La notizia della settimana a Terni– sostengono il senatore Lucidi e il consigliere Liberati – è la visita della commissione parlamentare di inchiesta sugli illeciti ambientali che sancisce il livello stesso di degrado e quindi sociale della città. Una notizia al tempo stessa importante, perché una commissione di parlamentari con poteri giudiziari ha messo finalmente piede dentro l’ecomostro industriale ternano, ma contemporaneamente drammatica perché di questa sfortunata città non si può mai parlare in positivo. Terni sale agli onori della cronaca sempre e solo per questioni negative”.
“Due sono gli aspetti importanti da sottolineare in questo momento . Da una prima sintesi emerge che ARPA UMBRIA, nonostante le smentite di rito, non riesce a monitorare correttamente il sito industriale che, ad esempio a livello di bonifiche è ancora fermo in alto mare. Si apprende poi dagli organi di stampa che “… su circa 200 punti di emissione di Ast, secondo quanto riferito dai tecnici di Arpa oggi l’agenzia riesce a controllare non più di una decina di camini all’anno. I referenti Arpa hanno spiegato di non riuscire a fare di più a causa della carenza di organico”.
“Il tutto – aggiungono i due esponenti 5 stelle- va a sommarsi al documento ARPA del 23/11/2018 nel quale si evincono una serie di dati drammatici, tra cui valori molto elevati dei contaminanti e un prelievo, tra altri, presenta un tenore di cromo pari a 1.200 volte il limite; un tasso di ferro oltre 1.950 volte la soglia; un tasso di nichel superiore a 225 volte, e così via anche con il manganese, l’arsenico, i fluoruri e altro”.
“Ma nonostante questo disastro, pur chiudendo l’azienda in attivo il 2018, dichiarando un utile di 98 milioni di euro a fronte di investimenti complessivi per 35,1 milioni di euro, è arrivata la notizia a fine anno dell’annuncio dell’apertura della cassa integrazione per circa 500 lavoratori, mentre il 13 febbraio si è iniziato a parlare della necessità di una ristrutturazione aziendale che prevede 203 esuberi di cui 68 dipendenti diretti e 135 interinali”;
“Per questi motivi nelle prossime ore provvederemo ad informare i Ministeri competenti su due aspetti non derogabili. Anzitutto circa l’inopportunità di erogare ancora ammortizzatori sociali, sussidi pubblici e ogni altro tipo di incentivo economico e fiscale sempre pubblici per realtà economiche che invece fanno utili sulla città. L’azienda guadagna e i cittadini pagano”.
“Infine – concludono il senatore Lucidi e il consigliere Liberati – alla luce della attuale e drammatica situazione ambientale e stante la florida situazione finanziaria dell’azienda, occorre porre economicamente in capo all’azienda il controllo e monitoraggio di tutti i punti di emissione gassosi, liquidi o solidi, monitoraggio atmosferico delle falde e dei terreni nell’area ternana, monitoraggio costante di tutto il sito industriale durante tutti i processi produttivi, anche a mezzo audio/video, in virtù del principio: chi inquina paga”.