In piazza Tacito, perlomeno noi l’abbiamo vista lì, è comparsa una lettera, datata peraltro 14 settembre,firmata da un bambino di nome Carletto.Carletto, stando a quanto vi è scritto, è morto 10 anni fa, presumo proprio il 14 settembre.
Colpisce per il fatto che a morire sia stato un bambino di soli 6 anni a causa del linfoma di Hodgkin.
ECCO IL TESTO
Ciao, mi chiamo Carlo anche su tutti mi chiamavano Carletto.Sono morto nel 2008, avevo solo sei anni e tanta voglia di vivere.
Linfoma di Hodgkin:sapete come vanno queste cose, no?
No, voi non lo sapete, non potete saperlo.Provate a chiedere a mia madre, solo lei lo sa, ma non può dirvelo, perché le parole non bastano per dirlo.
Avrei voluto chiedervi perché ho dovuto morire.Forse sono stato un bambino cattivo o forse qualcuno è stato cattivo con me o forse è stato un caso, ma qui i casi sono davvero troppi.
Avrei voluto chiedervi quanto acciaio vale una mia risata, quanti inceneritori per un mio compleanno e quante delle vostre automobili per una mia corsa in bicicletta.
Ma capisco che ora non è più importante.
Quello che è importante, però, è che la stessa cosa non accada a nessuno dei miei amici ai quali voglio molto bene.
Sono passati 10 anni e loro, ora, ne hanno sedici:da allora nulla è stato fatto per migliorare la situazione, anzi.
E voi?Voi cosa volete fare? Su quali sentieri vi volete incamminare?
Vi abbraccio
Carletto
La lettera ha colpito anche Pierluigi Rainone, segretario del Circolo Verdi Ambiente e Società di Terni, che l’ha così commentata
Pochi giorni fa mi sono imbattuto in un volantino a Piazza Tacito che ha destato subito la mia impressione sin dal titolo che cattura subito il cuore “Lettera da un bambino che non voleva morire”.
Leggendola ho capito subito di quale dramma volesse raccontare ai lettori.
Un dramma che, purtroppo, dura da decenni nel silenzio generale, sia della maggioranza dei ternani, sia, cosa ancora più grave, di tutte le istituzioni locali e nazionali: il dramma dell’inquinamento e dei tumori a Terni.
La città di Terni, insieme al resto della Conca ternana, è vittima di scelte industriali miopi, anzi direi suicide che la stanno conducendo alla morte ambientale-sanitaria, culturale e sociale.Non è possibile che la produzione di acciaio sia più importante della vita di migliaia di ternani, che due inceneritori emettano diossina e altri agenti inquinanti e che tutto sia in regola.
Il sindaco è, in base alla legge, il massimo garante della salute pubblica ma non avrà mai il coraggio di imporre il rispetto dei parametri di legge in materia di emissioni, la Procura tace , i sindacati neanche a parlarne.
E intanto Carletto e, purtroppo, altri bambini/e sono a rischio di ammalarsi perché “lo spettacolo deve continuare”.