C’è qualcuno che pensa a rimboccarsi le maniche e a mettersi a lavorare dentro il Pd ternano: sono i membri del Coordinamento politico, quelli che si sono trovati a gestire la fase più delicata della campagna elettorale per le regionali, in una situazione difficilissima, ed all’improvviso a seguito delle fuoriuscita dal partito, con eccezionale tempismo” del segretario Leonardo Grimani passato nel partito di Renzi.
Il lavoro che vorrebbero portare avanti i membri del Comitato, facce nuove, generazioni e energie finora spinte ai margini, è ambizioso ma lo si vuole percorrere con modestia, senza nascondersi le difficoltà: è quello di procedere ad azioni che portino ad un rinnovamento profondo, all’affermazione del concetto della politica come strumento per raccogliere, sostenere e affrontare le questioni che nascono dal basso, dalla “piazza”, dai cittadini, dalla gente. Hai detto niente! E’ quasi una rivoluzione, ormai, visto l’andazzo. Loro a lavorare in questa direzione hanno cominciato, comunque, non appena si sono trovati a gestire, collegialmente, il partito comunale, guardando oltre e non solo alle elezioni ormai “alla gola”. E adesso sono intenzionati ad armare la velatura e a partire. Ma prima si sono incontrati con i segretari dei circoli territoriali ed insieme hanno proceduto ad una analisi degli accadimenti più recenti e tentato di porre un punto fermo. Innanzitutto non si nascondono dietro a una dito: “Il quadro ci restituisce una sconfitta netta e chiara – scrivono in un documento diffuso questa sera – Il risultato che più ci penalizza e segna un’evidente rottura è il grande distacco che ha il candidato Pd-5Stelle-Sinistra Civica, Bianconi nei confronti di Donatella Tesei”.
D’altra parte, chi può negare l’evidenza dei fatti? E sono fatti che, aggiungono quelli del Comitato, “ci consegnano una riflessione già aperta da mesi all’interno del Pd regionale, frutto delle recenti sconfitte elettorali e dell’attuale assenza di un’alleanza sociale ampia che possa essere tramutata in una coalizione politica di centro-sinistra”. La strada appare lunga e tortuosa, ma loro sembrano decisi a tentare di percorrerla, mettendo per primi fine allo stillicidio dei responsabili da trovare ad ogni costo, delle richieste di dimissioni, dei “levati tu che ci penso io”. Confermano il sostegno al Commissario Verini e sollecitano “l’apertura di una fase congressuale la quale rigeneri le idee, che riesca a mettere da parte fasi di restaurazione e ritorni al passato”. Inutile perdere altro tempo
Punto di partenza quel quarto(quasi) di elettori umbri che ha rinnovato la fiducia nel Pd “che resta la seconda formazione politica in Umbria”: un “corpo solido” da cui il Pd regionale e quello di Terni “intendono ripartire, valorizzando al meglio tutti coloro che si sono impegnati nella campagna elettorale e i nostri candidati che hanno comunque ottenuto un buon risultato”. Un “Patto generazionale” è quello che si propone come “collante di un nuovo spazio anche di coalizione, rinnovato e aperto alle sensibilità sempre più complesse della società”.
Un addio ai “capibastone”, alle guerre di posizione, alle decisioni prese a porta chiusa. “Il Pd di Terni – si legge nel documento – intende ripartire da qui, dalla sua base, dai circoli, dai territori, dalle sue enormi ricchezze umane ed intellettuali che coinvolgono tutte le generazioni,ripartire da una visione che sia libera dallo schema dei capi bastone, da inconcepibili trasformismi, uno spazio nuovamente incentrato solo sulla partecipazione critica, improntata verso le attuali sfide di rappresentanza, di proposte politiche, di netta e chiara opposizione ai governi delle destre”.