Arrivano intorno alle ore 22, 22,30 e a quel punto diventano padroni dell’area nel tratto di via Lungonera che si affaccia sulla passerella di largo Frankl. Sono i trans sudamericani che hanno scelto proprio quel posto per prostituirsi e da lì hanno scacciato le prostitute a suon di borsettate.
I residenti della zona si vedono costretti una sera sì e l’altra pure a chiamare le forze dell’ordine perché la situazione diventa invivibile. Parlano a voce alta, litigano, si contendono i clienti. Impossibile dormire la notte fin quando se ne vanno. E tutto ciò diventa un problema per chi la mattina deve andare a lavorare.
“Di notte il nostro quartiere diventa un quartiere a luci rosse, e non solo – ci dice la signora Anna che con i trans ha ingaggiato una sorte di sfida quotidiana – diventa un quartiere di risse, di violenza fra gli stessi trans e la prostitute. Ci vediamo costretti a chiamare le forze dell’ordine che puntualmente arrivano ma la situazione non si sblocca perché la sera successiva si ricomincia da capo. A meno che non c’è maltempo, quindi noi dovremmo augurarci che piova sempre, per non sentirli.”
“Accendono i telefoni cellulari con la musica e si mettono a cantare e a ballare – aggiunge la signora Anna – io penso lo facciano per attrarre i clienti, litigano fra di loro, litigano con i clienti, sono aggressivi. E poi hanno questa abitudine , non di parlare ma di urlare. Per non chiamare sempre le forze dell’ordine ci affacciamo dalle finestre,diciamo loro di stare zitti, di allontanarsi, ma loro sono aggressivi, ci sfidano.”
I residenti della zona chiedono al Comune di non disinteressarsi della questione e di installare una telecamera di sorveglianza e respingono l’accusa di omofobia e transfobia. “Non ci interessa l’orientamento sessuale delle persone – dice ancora Anna – tutti possono vivere la realtà come credono purché lo facciano non urlando sotto le nostre finestre.”