“Una piccola protesta contro questo governo che non ci sta aiutando, consideri che io ancora non ho percepito i 600 euro e che sono tre volte che vado in banca per il finanziamento da 25 mila euro perché i moduli per compilare la domanda li aggiornano continuamente, sono due mesi che siamo chiusi e ci stiamo indebitando. Nelle mie stesse condizioni ci sono tanti altri colleghi e per questa sera alle ore 21 abbiamo organizzato un flash mob a livello nazionale: alle ore 21 accenderemo le luci dei nostri locali poi, simbolicamente, consegneremo le chiavi al nostro sindaco.”
A parlare è Stefania Basili titolare di un locale a Montecastrilli, il “Punto do Brasil”, aderente al Movimento Imprese Ospitalità che ha organizzato la manifestazione. “La mattina del 29 io andrò dal sindaco per spiegargli la situazione mia e di altri colleghi affinché faccia pressione (lui e gli altri sindaci) sul presidente del consiglio Conte.
La protesta vale per una chiusura ancora protratta fino al 1 giugno e per le modalità di riapertura che sono assolutamente insostenibili per tantissime attività che rischiano di non poter riaprire.
“Esprimiamo un secco rifiuto a modalità di apertura che ci porterebbero al fallimento sicuro – scrive il Movimento. Vogliamo esprimere la con un gesto simbolico la nostra volontà di tornare in piena attività. Produrre, generare occupazione e regalare emozioni – precisano i titolari di aziende aderenti – sono la nostre vocazioni, assicurare un contributo produttivo al sistema paese, la nostra missione. Le nostre attività – aggiungono – sono state chiuse per decreto, i ricavi sono stati azzerati, siamo stati privati del nostro lavoro e delle libertà. Consapevoli del dramma sanitario che si stava abbattendo sul paese, abbiamo accettato questi enormi sacrifici di buon grado. Oggi, con una sola voce, vogliamo manifestare in migliaia la delusione di chi è stato lasciato solo con le proprie spese, i dipendenti, gli impegni economici pregressi e le incertezze future.
Quando si parla di fase due o fase tre, vengono contemplati parametri insostenibili, distanze incolmabili con una riduzione del 70% dei coperti disponibili e tutte le responsabilità a carico dei gestori. Aprire con il 30/40% dei ricavi ed il 100% dei costi. Per i locali di pubblico spettacolo la data della riapertura non è nemmeno all’orizzonte. Questo è un gioco al massacro cui non vogliamo partecipare.
Senza le dovute garanzie non riapriremo. ”